Come Europe for Peace Piacenza e Associazioni che ne fanno parte, impegnati nell’educazione alla pace e alla nonviolenza, denunciamo con grande preoccupazione l’aumento a livello mondiale, confermato da tutti i dati ufficiali, del business delle armi, da sempre una delle principali cause dello scoppio e del perdurare delle guerre.
Gli esponenti di oltre 80 organizzazioni della società civile italiana si sono ritrovati il 17 aprile presso la sede di Libera a Roma per rilanciare la mobilitazione in difesa della legge 185 del 1990 che disciplina il commercio e l’export di armi italiane.
Il Governo Italiano intende smantellare la Legge n. 185 che nel 1990 ha introdotto in Italia “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”. Col pretesto di apportare “alcuni aggiornamenti” per “rendere la normativa nazionale più rispondente alle sfide derivanti dall’evoluzione del contesto internazionale”, si vuole:
-
porre sotto il controllo del governo e limitare l’applicazione dei divieti sulle esportazioni di armamenti,
-
ridurre al minimo l’informazione al Parlamento e alla società civile
-
eliminare, tra l’altro, dalla Relazione ufficiale annuale tutta la documentazione riguardo alle operazioni svolte dagli istituti di credito nell’import-export di armi e sistemi militari italiani.
Se le modifiche proposte fossero approvate,i cittadini non saprebbero più dalla Relazione quante e quali armi vengono esportate e non avrebbero più informazioni sulle banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armamenti in particolare verso regimi autoritari e Paesi coinvolti in conflitti armati.
La Legge 185/90 è stata una conquista delle associazioni per la Pace che negli anni Ottanta, con la campagna “Contro i mercanti di morte”, hanno promosso un’ampia mobilitazione popolare denunciando gli scandali del commercio italiano di armamenti. Mobilitazione che ha portato nel 1990 il Parlamento italiano a definire norme rigorose per impedire l’esportazione di materiali militari non solo agli Stati sottoposti a misure di embargo, ma anche a Paesi coinvolti in conflitti armati, a governi responsabili di gravi violazioni dei Diritti umani e verso Paesi la cui politica contrasta coi principi dell’articolo 11 della Costituzione.
Come Europe for peace Piacenza sosteniamo l’impegno della Rete italiana Pace e Disarmo che ha seguito tutto l’iter parlamentare esprimendo fin dall’inizio preoccupazione per le modalità con cui si sta modificando la normativa nazionale ed evidenziando l’intenzione di indebolire il controllo sulle vendite all’estero di armi esplicitata da diversi gruppi di pressione legati all’industria militare. In un momento di ampia crisi internazionale facilitare la vendita all’estero di armi significa aumentare l’insicurezza globale per favorire un facile profitto di pochi.
Per questo vogliamo far conoscere e sostenere la mobilitazione nazionale a difesa della Legge 185/90 che la Rete italiana pace e disarmo, insieme a numerose associazioni, ha lanciato, per impedire che il commercio italiano di armi torni ad essere oggetto di una pericolosa opacità che
-
non favorisce la promozione della pace e della sicurezza comune,
-
alimenta guerre e violenze,
-
sostiene le violazioni dei diritti,
-
provoca morti innocenti in tante zone del mondo”.
Invitiamo quindi i /le cittadini/e ad aderire alla petizione, che si può trovare sul sito della Rete pace e disarmo e ad inviare lettere firmate ai parlamentari eletti nella nostra circoscrizione utilizzando il testo che si trova sempre sul medesimo sito.
Europe for Peace Piacenza – Rete per la Pace composta da 32 associazioni locali