Da lunedì 6 maggio l’edificio della rettoria dell’Università di Barcelona, Plaça de Catalunya, é invaso dalle tende solidali con la Palestina. Ieri é arrivato il voto d’indirizzo del Consiglio Accademico per rompere le relazioni con le Università d’Israele, come ha racconta Marc – studente della UB – a Dinamo Press, la cui intervista rilanciamo di seguito, ritenendo utile diffondere una corretta informazione_
La “acampada” ha avuto iniziato lunedì, quando circa trecento persone si sono mosse per occupare l’università e piantare delle tende: nell’atrio accanto alle tende, Marc, studente e attivista per la Palestina, racconta la mobilitazione.
C0me procede la mobilitazione e quali risultati sta ottenendo?
La prima notte si sono già fermate a dormire una quarantina di persone, che sono diventate ottanta ieri, secondo giorno di mobilitazione, nelle assemblee stiamo contando con la presenza di più di 100 persone, il che significa che c’è un appello al quale la comunità universitaria locale sta rispondendo in forma collettiva. E oggi è un giorno molto speciale perchè all’UB si discuteva e si votava una mozione per approvare la rottura delle relazioni con lo stato di Israele. Abbiamo vinto con una maggioranza chiara, pertanto celebriamo questa vittoria che è la fine di un processo lungo. Però adesso ci diciamo che dobbiamo andare avanti, dobbiamo rendere effettivo questo “claustro” e, contemporaneamente, responsabilizzare le istituzioni che stanno al di sopra dell’università, come il Governo spagnolo e la Generalitat de Catalunya, ed esigere da queste la rottura delle relazioni.”
Questo significa che l’Università di Barcellona ora deve terminare gli accordi in essere con l’università di Israele?
Adesso il Consiglio di governo, che è l’organo esecutivo dell’università, ha il mandato del claustro per rendere effettiva questa richiesta. Essendo un mandato chiaramente democratico (perché il claustro è l’organo più democratico) non avranno altra opzione che renderlo effettivo. Crediamo sia una questione di giorni affinché si rompano gli accordi con lo stato di Israele e, pertanto, che si contribuisca a porre fine alla complicità con il genocidio.
Temete che possano sgomberare questa “acampada”?
Al momento non abbiamo ricevuto nessun avviso e non c’è stato nessun conflitto né col servizio di sicurezza dell’università né con la polizia, pertanto non prevediamo situazioni complicate. É vero che domenica c’è la giornata elettorale qui in Catalogna e questo edificio è uno dei collegi elettorali. Noi abbiamo ripetuto che questa è una protesta completamente democratica, pacifica e legittima e non abbiamo nessuna intenzione di interferire nel processo elettorale. Essendo comunque un edificio con uno spazio grande, offre la possibilità di coesistenza tra il voto e questa protesta e non dovrebbe esserci nessun problema né avviso di sgombero. Nel caso in cui ci sia, noi risponderemo facendo un appello alla società affinché difenda questa protesta che, ripeto, è legittima e non intende in un nessun modo interferire col processo elettorale.