Si è tenuta venerdì 24 maggio ad Ancona l’assemblea pubblica indetta da un coordinamento di forze politiche e ambientaliste: Altra Idea di Città, Sinistra Italiana Marche, Movimento 5 Stelle Ancona, Comitato Porto-Città Ancona, Europa Verde – Verdi Ancona, PCI di Ancona – sezione Tina Modotti, Fridays For Future, Ultima Generazione, Extinction Rebellion.
Obiettivo dell’assemblea quello di avviare e perpetuare un percorso e una riflessione comune sul destino del porto di Ancona, area nevralgica ed economico-produttiva della regione, nonché radice culturale dei cittadini anconetani. Si rende urgente, dunque, un’azione congiunta al fine di salvaguardare e difendere la zona portuale, l’ambiente, la salute e il lavoro, punti nodali che si stringono attorno alla questione. Il no al banchinamento del molo Clementino è la testa d’ariete con cui si tenta di scardinare una politica locale e nazionale che rende i cittadini ostaggio di interessi economici che nulla hanno a che fare con la difesa della salute dei cittadini – sono 110 le morti premature che si registrano annualmente nel comune dorico a causa dell’aria insalubre – con la tutela del lavoro e la difesa del patrimonio monumentale e paesaggistico del porto antico e del centro storico della città.
Le politiche attuali, volte a un turismo di massa legato alle grandi navi e al circuito crocieristico, nonché al favoreggiamento di complessi cantieristici con una logica di sfruttamento del lavoro, si allontanano sempre di più da una prospettiva che invece si rende necessaria per la costruzione di una città che punti a mettere al centro il benessere dei cittadini, delle persone e dell’ambiente. Accordi aprioristici fatti a un tavolo dove ancora manca la valutazione per l’impatto ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente e che pure si basano su un Documento di Pianificazione Strategica del Sistema Portuale (Dpss) che non solo rende il porto antico asservito a logiche economiche sganciate dalla fruibilità cittadina, ma mette sotto sequestro un centro storico. Il piano regolatore del porto infatti – in mano all’autorità portuale, in concertazione con i Comuni interessati e approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici – cristallizzerà le scelte strategiche dei porti, perimetrando le zone degli stessi e quelle retroportuali (e per quanto riguarda Ancona ciò interesserà non solo le vie adiacenti al porto, ma anche la zona della Mole Vanvitelliana).
Di fronte ad un atteggiamento timido, se non ambiguo, della giunta comunale dorica, il consigliere Rubini di Altra Idea di Città ha presentato un’interrogazione al sindaco in merito al Dpss, la cui decisione nel merito non potrà essere relegata solo all’autorità portuale. La gestione del piano regolatore è infatti di interesse comunale e pertanto richiede un intervento volto all’interesse della collettività al fine, anche, di non abdicare al compito primo della politica: il bene comune.
Durante l’assemblea sono intervenuti di fronte ad un centinaio di persone i rappresentanti delle associazioni organizzatrici, a cui si sono uniti i rappresentanti degli studenti universitari del Gulliver e dei collettivi transfemministi di Ancona, per non dimenticare che tutte le lotte politiche sono necessariamente intersezionali. Le assemblee continueranno: la prossima azione in rete in previsione del G7 Salute ad Ancona si terrà domenica 26 maggio al parco della Cittadella.