Nel 36° Rapporto Italia, pubblicato dall’Eurispes in questi giorni, vi è anche una Scheda- Sondaggio (la n. 52) dedicata alle opinioni degli italiani rispetto al conflitto israelo-palestinese e alla diffusione e alle caratteristiche di pregiudizi antisemiti nel nostro Paese.
L’indagine dell’Eurispes su antisemitismo e conflitto israelo-palestinese ha messo in luce i giudizi degli italiani rispetto ad alcuni temi particolari. La maggioranza, il 60,7%, non mette in discussione il diritto dello Stato d’Israele ad esistere; ma, all’interno di questa percentuale, il 32,1% sottolinea anche come ciò debba essere accanto al riconoscimento di uno Stato palestinese. Il 18,8% nega, invece, in modo netto, il diritto di esistenza dello Stato israeliano. Un quinto del campione (20,5%) non sa esprimersi in merito. Rispetto a quanto emerso nel 2004 rivolgendo la stessa domanda ai cittadini italiani, si osservano differenze non trascurabili: in particolare, solo il 2,8% negava tale diritto. “Contro l’esistenza dello Stato d’Israele, si legge nel Rapporto, soprattutto chi si colloca politicamente a sinistra (31,3%). Gli intervistati di sinistra si segnalano per la percentuale superiore alla media di risposte che negano il diritto di esistere allo Stato d’Israele (31,3%). A destra si registra, invece, un 42,1% di soggetti favorevoli in modo assoluto alla sua esistenza, e si tratta dell’unico orientamento politico per il quale questa risposta prevale sulle altre – il valore più contenuto si rileva a sinistra (20,7%).”
Alla domanda: L’Italia deve fornire un sostegno (economico, strategico, nella fornitura di armi, ecc.) ad Israele contro Hamas? Coloro che si esprimono a favore del sostegno ad Israele sono una minoranza (15,9%), mentre esattamente la metà (50,1%) si dice contrario. Ben un terzo del campione (33,9%), invece, non sa o preferisce non dare una risposta a questa domanda. Tra i soggetti che si collocano politicamente a destra sono più numerosi della media i favorevoli a fornire sostegno ad Israele contro Hamas (28,6%), con i valori, invece, più contenuti a sinistra (12,8%) e centro-sinistra (13,3%), oltre che tra chi non si sente politicamente rappresentato (11,3%). Proprio a sinistra si registra il picco dei contrari ai sostegni economici e militari: 63,2%
Il terrorismo islamico è indicato come l’elemento più pericoloso per una pacificazione del conflitto nella regione mediorientale (21,7%). Al secondo posto si collocano la politica del Governo guidato dal Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu (12,8%) e la politica degli Stati Uniti in Medio Oriente (12,5%), segue il conflitto tra moderati e fondamentalisti all’interno di alcuni paesi arabi (10,9%). I sostenitori della necessità di aiuti (economici, strategici, nella fornitura di armi, ecc.) ad Israele sono una minoranza (15,9%), mentre esattamente la metà (50,1%) si dice contrario. Ben un terzo del campione (33,9%), invece, non sa o preferisce non dare una risposta a questa domanda. Un terzo del campione (33,4%) concorda con l’affermazione secondo cui gli ebrei controllerebbero il potere economico e finanziario; 3 su 10 sono convinti che controllino i media e il 27,5% sostiene la tesi secondo cui gli ebrei determinano le scelte politiche occidentali. Il 15,9% degli italiani sminuisce la portata della Shoah (non avrebbe prodotto così tante vittime), il 14,1% la nega. Il 54% degli italiani giudica gli episodi di antisemitismo come indice reale di un problema e il 55,4% ritiene che siano la conseguenza della diffusione di un linguaggio basato su odio e razzismo.
Per quanto riguarda il negazionismo in base all’appartenenza politica, “i risultati mostrano come il consenso verso l’idea che ebrei controllino in modo occulto il potere economico e finanziario sia maggiormente diffuso tra gli intervistati di sinistra (il 35,9% si dichiara molto o abbastanza d’accordo), centro-sinistra (35,2%) e centro-destra (37,3%), meno tra quelli di destra (28,6%) e del Movimento 5 Stelle (26,1%). Meno nette le differenze rispetto agli altri luoghi comuni sugli ebrei. Per quanto concerne la Shoah, la quota più alta di negazionisti si trova tra chi non si sente politicamente rappresentato (19,7%), le quote più basse tra i 5 Stelle (6,5%; il 79% non è per niente d’accordo), a destra (9%) e a sinistra (9,8%).”
Rispetto alle guerre che divampano nel mondo, il 39,1% degli italiani pensa che non sia ancora il caso di parlare di Terza Guerra Mondiale come affermato da Papa Francesco, ma che ci sia un rischio concreto. Il 26,2% è invece d’accordo, mentre il 13,6% non pensa che ci sia un rischio concreto. Infine, il 21,1% dei rispondenti non ha un’opinione precisa. Il 36,2% ritiene che in questo momento storico le spese per la Difesa rappresentino un costo, il 30,5% le vede invece come un investimento. Non ha un’opinione in merito, invece, 1 italiano su 3 (33,3%). Ancora sui temi della sicurezza e della Difesa, gli italiani sono divisi sulla possibilità di ripristinare il servizio militare di leva per i giovani: si dichiara infatti favorevole il 50,2% degli italiani, contrario il 49,8%. Una percentuale più alta (54,4%) è invece favorevole ad addestrare volontari che, in caso di necessità, possano essere attivati per affiancare le Forze armate, mentre la maggioranza degli italiani (61,9%) è contraria al reclutamento obbligatorio al servizio militare tramite normativa o disposizione straordinaria, in vista della possibilità di difendere il Paese. Inoltre, sul tema gli italiani si dichiarano contrari (59,3% contro il 40,7%) anche all’incremento della spesa militare per garantire dotazione adeguata alla difesa del Paese.
La sintesi del Rapporto è scaricabile cliccando qui; Il Rapporto in versione integrale e consultabile online https://eurispes.eu/ricerca-rapporto/rapporto-italia-2024/ previa registrazione al sito.