Israele
Netanyahu si trova in cul de sac. Se accetta la proposta egiziana, cade il governo. Se attacca Rafah, perde la faccia perché non raggiungerà l’obiettivo di liberare gli ostaggi. Lo assedia inoltre – come scrivono molti media israeliani – l’attesa dell’ordine di incriminazione internazionale dalla CPI dell’Aja.
Smotrich ha detto chiaramente che se “Netanyahu vuole accettare la proposta egiziana e scendere a compromessi con Hamas, abbandonando il piano di occupazione di Rafah, il giorno dopo il governo cadrà, perché non avrà il nostro appoggio”.
Trattative
Hamas consegnerà oggi la sua risposta all’ iniziativa egiziana.
Il leader Al-Hayya arriva al Cairo oggi e si incontrerà subito dopo con il capo dei servizi egiziani Kamel. Le anticipazioni riportate dai media arabi dicono che la risposta di Hamas sarà interlocutoria: “Sì all’impianto dello scambio di prigionieri, ma lo condiziona alla fine della guerra di Netanyahu”.
La proposta egiziana – secondo quanto è stato pubblicato sulla stampa israeliana – chiede il ritiro dell’esercito israeliano a metà strada del corridoio di Netzarim e il libero ritorno dei gazzawi alle loro case nel nord.
La proposta non parla di Rafah, ma è sottinteso che alla conclusione dello scambio dei prigionieri, si aprirà un’altra fase di trattative per la soluzione politica dei due Stati.
Questa incertezza serve a coprire il cedimento di Netanyahu, ma non garantisce completamente per la fine dell’invasione israeliana.
Da Riad arrivano segnali diplomatici significativi, alla conclusione di un vertice dei ministri degli esteri di sei paesi arabi e islamici: “un’invasione di terra su Rafah è una catastrofe che destabilizzerà tutto il M.O. L’unica soluzione è quella dei due Stati”.
Il comunicato chiede ai paesi UE di riconoscere lo Stato di Palestina. Tradotto dal politichese significa: Se Netanyahu attaccherà Rafah non ci sarà nessuna normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele.
Questi sviluppi coincidono con l’arrivo del segretario di Stato USA, Blinken a Riad, dove si incontrerà con l’erede al trono, Mohammed Bin Salman.
È previsto un passaggio di Blinken nelle capitali della crisi, da Tel Aviv al Cairo.