Sul quotidiano Haaretz è uscito un rapporto allarmato sul successo del boicottaggio contro i ricercatori e accademici israeliani nelle università internazionali, in Europa, Usa e non solo. L’autore dell’articolo ha sentito 60 ricercatori che gli hanno raccontato di aver visto cancellati gli inviti a partecipare a convegni scientifici da parte di importanti università mondiali.
Il rettore dell’Università Ben Gurion del Negev ha detto che non si preoccupa delle proteste studentesche, ma è allarmato dalle comunicazioni che riceve da rettori di eminenti università che si rifiutano di collaborare, o che hanno disdetto accordi di collaborazioni accademiche consolidate da anni di ricerca comune. “Quello più insidioso è il boicottaggio silenzioso, non dichiarato, che ci troviamo di fronte nel momento dell’azione comune”.
Secondo questo reportage, la mancanza di una presa di posizione contro la guerra in corso da parte degli accademici israeliani è un motivo per la diffusione del boicottaggio nei loro confronti. Le responsabilità della ricerca accademica in campo militare danneggia l’immagine delle università israeliane, anche quando lavorano sulla ricerca contro il cancro. “Il mondo ci osserva e la nostra reputazione è stata danneggiata”, conclude il rettore.