Nei giorni scorsi il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), ha pubblicato i dati riferiti ai redditi degli italiani, anno d’imposta 2022. Dai dati emerge che: i contribuenti sono stati circa 42 milioni, con un incremento dell’1,3% rispetto all’ai 2021; il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 970,2 miliardi di euro (58 miliardi in più rispetto all’anno precedente,+6,3%) per un valore medio di 23.650 euro; la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (27.890 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (17.160 euro); i redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’83% del reddito complessivo dichiarato; il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 64.670 euro, mentre il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 22.280 euro e quello dei pensionati a 19.750 euro. Crescono i valori medi di tutte le tipologie di reddito e l’imposta netta totale dichiarata ammonta a 174,2 miliardi di euro, (+1,9% rispetto all’anno precedente), pari in media a 5.380 euro e viene dichiarata da quasi 32,4 milioni di soggetti, pari a circa il 77% del totale dei contribuenti. Per quanto riguarda l’addizionale regionale Irpef, essa ammonta nel 2022 a 13,9 miliardi di euro (+8,4% rispetto al 2021). L’addizionale regionale media è pari a 450 euro. Quella comunale, invece, ammonta complessivamente a oltre 5,8 miliardi di euro, in aumento dell’8,8% rispetto al 2021, con un importo medio pari a 213 euro.
Per quanto attiene all’IVA, sono circa 4,2 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2022, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+0,6%). Il volume d’affari dichiarato ha raggiunto i 4.870 miliardi di euro (+25,5% rispetto al 2021). Va evidenziata la variazione della divisione di attività “Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” il cui volume d’affari cresce del 118,7% rispetto al 2021, seguita poi dalle “Industrie alimentari” (+18,9%), dal “Commercio all’ingrosso e al dettaglio” (+14,8) e dalla “Fabbricazione di macchinari” (+14,5%). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale del volume d’affari, le prime due regioni per numerosità di dichiaranti (Lombardia e Lazio) contribuiscono per circa la metà al volume d’affari totale nazionale ed entrambe presentano una variazione positiva pari, rispettivamente, a +23,5% ed a +58,3%.
Il totale delle operazioni attive imponibili dichiarate per l’anno d’imposta 2022 (che possono essere assoggettate alle aliquote d’imposta del 4%, 5%, 10% e 22%) ammonta a 2.640 miliardi di euro (+15,7% rispetto all’anno d’imposta 2021), pari al 54,2% del volume d’affari complessivo. L’ammontare dell’imposta dovuta nel 2022 è di 143,6 miliardi6 di euro (+9,6% rispetto al 2021), l’imposta a credito invece è pari a 50,7 miliardi di euro (+25,2% rispetto al 2021). Per quanto riguarda la liquidazione dell’imposta, l’introduzione del modello “Comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA” (LI.PE) ha reso più agevole la verifica tempestiva dei versamenti effettuati, grazie alla trasmissione telematica dei dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche dell’imposta. Nel 2022 si rileva che il totale dell’IVA dovuta come saldo annuale a debito è stato di 3,9 miliardi di euro, segnando una diminuzione del 10,1% rispetto al 2021, mentre il saldo annuale a credito è stato di 58,1 miliardi di euro, con un incremento del 16,9% rispetto al 2021 7.
La prima riflessione a commento di questi dati ci porta a considerare: che i redditi dichiarati sono calati di oltre il 3%; che il 40% circa dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro lordi l’anno; che il 70% dei contribuenti paga meno del 20% del totale dell’Irpef; che, seppure i redditi siano in aumento su base annua del 4,85%, la loro progressione è stata però totalmente erosa da un’inflazione che nel 2022 si era attestata all’8,1% (fonte Istat). Insomma, gli italiani guadagnano di più ma sono sempre più poveri! Si estende, intanto, la forbice della disuguaglianza, con un balzo significativo dei contribuenti che dichiarano oltre 120mila euro, arrivati nel 2022 a 429.927, in aumento del 15,6% rispetto ai 371.868 del 2021.
L’altra inevitabile riflessione riguarda il divario Nord-Sud che si allarga. L’interessante elaborazione di INTWIG – società di data intelligence con sede a Bergamo – che ha analizzato le principali variabili legate ai redditi in Italia, evidenzia “un Paese che non riesce a riparare le storiche fratture socio-economiche. La forbice tra Nord e Sud rimane ampia: la Lombardia resta stabilmente la regione col reddito pro capite più elevato (25.698 euro nel 2022, +1.126 euro rispetto al 2021), mentre il Trentino-Alto Adige sale al secondo posto (23.876 euro, +1.338 euro) superando l’Emilia-Romagna (23.713 euro, +982 euro). Nonostante valori in aumento, le regioni del Sud rimangono attardate: la Calabria resta la regione con i redditi pro capite più bassi (16.108 euro, +814 euro), seguita da Molise (17.049 euro, +819) e Puglia (17.230 euro, +849 euro).”
Una ricchezza che continua a concentrarsi al Nord e nelle grandi città. “Anche le grandi città, evidenzia INTWIG, continuano a concentrare la maggior ricchezza: al netto dei casi peculiari dei borghi più ricchi, la tendenza è quella di un aumento del reddito all’aumentare della dimensione del comune. Guardando alla dimensione delle città, sono quelle oltre i 250mila abitanti a registrare i redditi pro capite più alti (26.694 euro), seguite dai centri tra i 100mila e i 250mila residenti (23.866 euro); sotto la media nazionale ci sono tutte le altre morfologie urbane, sino alla coda rappresentata dai comuni con meno di 5mila residenti (lì il reddito pro capite si ferma a 19.304 euro).” (https://www.intwig.it/i-redditi-degli-italiani-crescono-ma-linflazione-li-brucia-portofino-nuova-capitale-della-ricchezza/).
Qui per approfondire e scaricare i dati: https://www1.finanze.gov.it/finanze/analisi_stat/public/index.php?tree=2023; https://www1.finanze.gov.it/finanze/analisi_stat/public/index.php?opendata=yes.