L’italia ripudia la guerra. Basta complicità con un genocidio.
Questo pomeriggio, alle ore 16, 4 persone aderenti alle campagne di Palestina Libera e Ultima Generazione hanno compiuto un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, lanciando vernice lavabile color sangue contro una sede Leonardo a Brescia, ed esponendo uno striscione con scritto “Palestina Libera”. Ultima Generazione ha partecipato a questa azione chiedendo che i soldi devoluti alle armi possano invece essere investiti in un fondo riparazione in supporto ai cittadini italiani in caso di disastri naturali. La campagna Palestina Libera è il ramo italiano della campagna Palestine Action che, con le azioni dirette in Inghilterra ha portato alla chiusura di tre fabbriche di armi della Elbit System, un’azienda israeliana attiva nello sviluppo di armamenti.
Tatiana ha dichiarato durante l’azione: “Oltre 12 mila bambini (26 mila tra uccisi o feriti a Gaza) sono stati uccisi in questi ultimi mesi. Chi li ha uccisi ha nel proprio arsenale anche dei cannoni che vengono fabbricati qui, da una compagnia di proprietà del governo italiano. Lo stesso governo che ha giurato sulla costituzione di ripudiare la guerra.Lo stesso governo che sta modificando la legge 185 per nascondere i nostri export di armi. Lo stesso governo che si è astenuto dal votare contro il genocidio in atto”.
LE NOSTRE TASSE DIVENTANO ARMI E IL GOVERNO SI NASCONDE
I cittadini italiani, attraverso i propri contributi, sono complici del genocidio e della pulizia etnica che sta avvenendo da anni in Palestina, il governo italiano è infatti tra i maggiori azionisti della compagnia di armi made in Italy. Un’indagine ha riportato come Brescia sia la seconda città italiana, dopo Lecco, per export di armi a Israele. I dati Istat ‘in chiaro’, infatti, ci dicono come l’export di ‘armi e munizioni’ da Brescia verso Israele nel trimestre ottobre-dicembre 2023 ammonti a 749.277 euro. Si, ‘in chiaro’, ovvero non “oscurati” in quanto sono diverse testate e giornalisti che denunciano la mancanza di trasparenza da parte del governo sull’export di armi italiane. La legge n.185 del 1990 dovrebbe imporre trasparenza al nostro stato nell’export di armi made in Italy. Tuttavia nel concreto gli export sono difficili da tracciare. Inoltre su iniziativa del ministro Crosetto questa stessa legge sta venendo modificata per permettere export di armi nascosti al dibattito pubblico.
RICHIESTA DI PALESTINA LIBERA
La richiesta di Palestina Libera è di fermare la complicità italiana con il genocidio in corso in Palestina, fermando l’export di armi prodotte in Italia verso Israele e di rispettare l’articolo 11 della costituzione italiana: ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. Palestina Libera aveva precedentemente colpito due volte la sede centrale della Leonardo a Roma con la stessa richiesta: fermare il genocidio Made in Italy e rispettare l’articolo 11 della costituzione italiana.
RICHIESTA DI ULTIMA GENERAZIONE
La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.