Lo scenario delineato con chiarezza da Presa Diretta ha portato all’attenzione di tutti gli italiani una battaglia che i comitati conducono da oltre 16 anni nel silenzio assordante di quasi tutta la classe politica.
Non ha fatto una bella figura il presidente della Regione Marco Marsilio nella puntata di Presa Diretta andata in onda lunedì 8 aprile su RAI 3. Neanche questa volta ha avuto il coraggio di metterci la faccia, così come non l’ha avuto nelle riunioni indette dal Governo alle quali delegò un funzionario regionale per far dire che il metanodotto non crea nessun problema al nostro territorio, stendendo servilmente un tappeto rosso ai piedi della Snam. Si è dato da fare solo quando ha sentito il tintinnio dei trenta denari del suo tradimento, sotto forma di non meglio precisati “ristori” che la multinazionale del gas dovrebbe versare come compensazioni per gli enormi danni e gli elevati rischi ai quali verrà esposto l’Abruzzo e l’intero Appennino. Come se la salute e la sicurezza, in una parola la vita dei cittadini, fosse una merce da vendere all’asta. E dire che c’è ancora qualche sindaco che, seguendo le orme dei voltagabbana Marsilio e Biondi, sindaco dell’Aquila, spera ingenuamente che la Snam, in cambio del metanodotto, conceda gentilmente degli sconti in bolletta. Non hanno ancora capito che per la Snam i nostri sono solo territori da sacrificare per i suoi profitti.
L’inchiesta di Presa Diretta, curata dal giornalista Marcello Brecciaroli, ha confermato quanto i comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona vanno dicendo da anni; ed ha smontato pezzo per pezzo la narrazione, sostenuta dai grandi organi di stampa, sulla cosiddetta “strategicità” di un’opera che in realtà è perfettamente inutile.
Michele Governatori, esperto di ECCO, il centro studi specializzato in materia di energia e gas, ha spiegato che l’unico motivo per cui la Snam giustifica la realizzazione della Linea Adriatica sta nell’ipotesi che da oggi in poi i consumi di gas in Italia non scendano; ipotesi, questa, che Governatori giudica “del tutto inverosimile”. Allora perché la Snam si espone in un’opera così rischiosa sotto il profilo economico? “Perché -ha detto Governatori a Presa Diretta – la Snam non è un’azienda di mercato, più investimenti fa e più gli verranno remunerati, in una logica sostanzialmente priva di rischio”. In pratica a pagare sarà l’Europa, lo Stato italiano e i cittadini italiani attraverso le loro bollette energetiche.
Il presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, ha confermato quanto da anni sostiene il geologo Francesco Aucone- che è stato sempre a fianco della lotta dei cittadini – e cioè che la Snam ha sottovalutato notevolmente il rischio sismico connesso all’opera. Secondo Doglioni, i valori relativi alle accelerazioni del suolo, per quanto riguarda la centrale, “sono risultati più del doppio di quelli previsti da Snam”.E’ comunque difficile credere a quanto affermato da Doglioni, e cioè che lo studio INGV sulla sismicità riguardante il metanodotto sarebbe pronto entro il 2024. Se ci sono voluti più di due anni per lo studio sulla centrale, come è possibile che in così breve tempo si possa completare lo studio sismico su un tracciato di oltre 160 chilometri? E poi, perché escludere i territori, anch’essi gravati dal rischio sismico, degli altri due tratti della Linea Adriatica, Foligno – Sestino e Sestino – Minerbio? Solo perché la Snam ha fretta di incassare i soldi del PNRR che aspetta dall’Europa?
Lo scenario delineato con chiarezza da Presa Diretta ha portato all’attenzione di tutti gli italiani una battaglia che i comitati conducono da oltre 16 anni, nel silenzio assordante di quasi tutta la classe politica,ed è auspicabile che l’amministrazione comunale di Sulmona rispetti gli impegni presi, che si decida cioè a presentare ricorso al Consiglio di Stato contro l’autorizzazione del metanodotto perchè i tempi, ormai, stanno per scadere.
Mario Pizzola