Partiamo dalla Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni…”.

Dunque partiamo da qui, ma per andare dove? Per andare in Parlamento, dove il Senato il 21 febbraio, con una fretta inconsueta (non è stata data nemmeno la possibilità di discutere gli emendamenti) e approfittando della distrazione della stampa e dell’opinione pubblica, ha approvato un disegno di legge di iniziativa governativa che intende ridurre i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni. Meccanismi finora sanciti dalla Legge 185/90 sull’export delle armi, una legge che “…in teoria, ha un ottimo impianto e ha ispirato la normativa internazionale”, dice Francesco Vignarca, Coordinatore campagne per la Rete Italiana Pace e Disarmo, “anche se soprattutto negli ultimi anni, troppe volte disattesa”.

E per quale motivo si vuole modificare una legge che è un modello per quanto riguarda il controllo e il commercio degli armamenti? Ecco le dichiarazioni dell’On. Craxi, relatrice della modifica: “… in particolare, apportare modifiche al meccanismo con il quale i divieti alle esportazioni vengono applicati, al fine di eliminare alcune incertezze interpretative”, quali non è dato sapere, con “…il fine di rendere la normativa nazionale più rispondente alle sfide derivanti dall’evoluzione del contesto internazionale”.

Quindi lo scopo è quello di sburocratizzare le procedure, eliminare l’impiccio del controllo parlamentare, rendere il comparto della finanza armata impermeabile al controllo della opinione pubblica, insomma dare ai decisori politico-militari mani libere nella programmazione di forniture militari.

A noi e a gran parte della società civile, questo disegno di legge crea notevoli preoccupazioni, perché come sostiene Rete Italiana Pace e Disarmo, “rischia di mettere gli affari armati prima dei diritti”. E soprattutto perché è una conferma di come “la produzione militare italiana non sia indirizzata alla difesa e alla sicurezza del nostro Paese, ma risponda sempre più a logiche di profitto delle aziende produttrici di armamenti”.

Già il rapporto di aprile 2021: “Analisi dell’influenza dell’industria della difesa sull’agenda politica italiana”, curato da Transparency International, Difesa e Sicurezza, CILD e Osservatorio Mil€x, evidenzia lo stretto legame tra aziende del settore della difesa e governo, cosa che “mette a repentaglio l’integrità e la responsabilità del processo decisionale politico”.

Ecco perché Il Tavolo per la Pace dell’Alto Verbano, aderendo alla campagna promossa da Rete Italiana Pace e Disarmo “Basta favori ai mercanti di armi” ha deciso di inviare una lettera ai sessantasei (66) deputati eletti nelle circoscrizioni elettorali della Lombardia per chiedere di non votare la modifica alla legge 185/90.

Quando i deputati saranno chiamati a votare il disegno di legge dovranno scegliere se favorire il profitto di chi fa affari con strumenti di morte oppure la pace, i diritti umani, la sicurezza. Vogliamo rendere i nostri parlamentari consapevoli che stiamo, loro con noi, correndo sull’orlo di un baratro e con la loro scelta, con il loro voto, decideranno se dare un futuro di pace o di guerra a noi e alle nuove generazioni. I latini dicevano: “Si vis pacem para bellum”: se vuoi la pace prepara la guerra, e sappiamo come è andata a finire; noi diciamo, e non abbiamo dubbi, “Si vis pacem para pacem”: se vuoi la pace, prepara la pace.

Hanno firmato la lettera ai 66 deputati delle circoscrizioni lombarde le seguenti associazioni: Tavolo per la Pace dell’Alto Verbano, Associazione Costruttori di Pace OdV, Casa editrice Costruttori di Pace, Cooperativa Sociale GIM-TERREdiLAGO, GIM PROGETTI OdV, Tavolo per il Clima di Luino, Varese Oltreconfine OdV, Associazione Culturale “iCare” di Travedona Monate, Rete per il Clima del Verbano, A.N.P.I. Luino, Banca del Tempo città di Luino, Associazione Solaris, Associazione Donna Sicura ONLUS, A.GE.VA Associazione Genitori della Valtravaglia, Anemos Lombardia, Chiesa Metodista di Luino, Azione Cattolica gruppo della Valtravaglia, Aisu Verso Itaca, inForm@DSA Luino A.P.S.

La lettera ai deputati è stata sottoscritta anche da tanti cittadini, le cui firme sono depositate presso il Tavolo per la Pace dell’Alto Verbano. Ci auguriamo che questa iniziativa possa dare frutti di pace e

ricordiamo che la campagna di Rete italiana Pace e Disarmo è ancora attiva. Si può aderire cliccando sul seguente link: https://retepacedisarmo.org/petizione-basta-favori-ai-mercanti-di-armi-fermiamo-lo-svuotamento-della-legge-185-90/