Dopo l’imbarazzante silenzio-stampa sulle vergognose celebrazioni dei 75 anni della NATO, evitando ogni riferimento alla servile concessione del Teatro San Carlo da parte del Sindaco Manfredi alle autorità militari alleate per svolgervi uno spettacolo autocelebrativo, altrettanto reticenti appaiono i resoconti giornalistici e mediatici sull’incredibile blindatura poliziesca di quell’evento, che ha impedito ai cittadini di circolare e, ovviamente, di contestare quel discutibile evento.

Di seguito le dichiarazioni di Ermete Ferraro, presidente nazionale del Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR Italia):

«Invece di riferire sulle legittime e reiterate proteste delle organizzazioni pacifiste ed antimilitariste aderenti al Comitato Pace e Disarmo Campania per l’inopportuna esaltazione di un’alleanza che occupa militarmente la nostra Regione e i nostri mari da 73 anni e che dalla sua fondazione non ha mai garantito la pace ma solo promosso conflitti armati, come al solito dai media emerge soltanto la cronaca delle rabbiose cariche della polizia a chi protestava per quell’intollerabile blocco della città, proprio per evitare ogni protesta. Esprimiamo la nostra solidarietà ai giovani feriti dalle manganellate e denunciamo il clima repressivo che si sta instaurando. Al tempo stesso dobbiamo rilevare che alla cittadinanza si offre un quadro parziale e deformato del movimento contro la guerra, continuando ad ignorare le altrettanto dure contestazioni dei nonviolenti, che da sempre manifestano contro la militarizzazione del territorio metropolitano e la nuclearizzazione del porto di Napoli. Se il sindaco Manfredi intendeva sottolineare un ideale ‘abbraccio’ tra le forze militari ‘alleate’ ed i Napoletani, ha fallito il suo scopo. La vera città è rimasta chiusa dietro i cordoni di poliziotti in assetto antisommossa, mentre nello storico Teatro San Carlo – che gli americani nel 1943 semidistrussero con le loro bombe – andava in scena la grottesca esibizione di generali, diplomatici, funzionari ed amministratori locali che si scambiavano i complimenti. Un’ulteriore e vergognosa pagina di servilismo e di propaganda militarista e guerrafondaia, contro cui il movimento pacifista continuerà a battersi».