Il 30 marzo, per la Giornata della Terra in Palestina, moltissime azioni di solidarietà si sono tenute in tutti gli Stati Uniti: a BOSTON è stato occupato il Massachusetts Avenue Bridge da circa 1000 persone; a NEW YORK migliaia di persone in corteo sono arrivate a Times Square e tra i partecipanti vi erano Educators for Palestine, Labor for Palestine and Artists Against Apartheid; a FILADELFIA la giornata è iniziata con una manifestazione a Washington Square Park. Durante una marcia di oltre 200 persone attraverso il centro città, oltre 50 persone, che cercavano di bloccare la superstrada I-676, sono state fermate dalla polizia, ammanettate e tenute in stato di fermo fino alla sera e poi rilasciate con diverse accuse. Il resto della manifestazione ha continuato a sfilare verso il Municipio, dove si è concluso il corteo; a CLEVELAND la manifestazione organizzata dalla Rete della comunità palestinese degli Stati Uniti ha sfilato attraverso Edgewater Park sino ad arrivare davanti al Comune, luogo in cui è stato esposto un enorme striscione che chiedeva al Consiglio Comunale di approvare una risoluzione sul cessate il fuoco.

Il 29 marzo, gli attivisti hanno manifestato davanti all’ufficio del senatore Sherrod Brown per protestare contro il suo sostegno al genocidio israeliano. Brown è tra i primi 10 beneficiari di contributi alla campagna elettorale da parte dell’American Israel Public Affairs Committee. Nonostante l’appuntamento con lo staff di Brown, a una delegazione di sostenitori della Palestina è stato impedito di entrare nel suo ufficio; a HOUSTON si sono riunite centinaia di persone, guidate dal Movimento Giovanile Palestinese e supportatie da oltre una dozzina di altre organizzazioni che prendendo parola al megafono hanno parlato dell’orrore del genocidio in corso in Palestina – pagato dal Presidente Joe Biden e dalla classe dirigente statunitense con i soldi pubblici. A PORTLAND centinaia di persone hanno sfilato in corteo alternandosi ai microfoni  e condannando le brutali forze coloniali sioniste, statunitensi e genocide dell’Unione Europea. Successivamente circa 500 persone hanno marciato in varie zone del centro e hanno bloccato il traffico su due ponti, riscontrando solidarietà dalle persone in auto e nelle torri residenziali limitrofe. A SEATTLE sono scese in corteo tra le 4.000 e le 5.000 persone e le voci che si alternavano al microfono parlavano del parallelismo tra il popolo palestinese e i nativi che hanno subito e tuttora subiscono le atrocità del colonialismo.

Ma anche nel resto del mondo la Giornata della Terra ha visto numerose e partecipatissime manifestazioni: ad AMMAN, in Giordania, milioni di persone hanno protestato quotidianamente per oltre una settimana davanti all’ambasciata israeliana e così anche in occasione della Giornata della Terra. A RABAT, in Marocco , i manifestanti hanno riempito le strade per condannare il genocidio contro il popolo palestinese. In tutta la Palestina occupata ci sono state manifestazioni con persone che hanno sfidato il divieto dello Stato sionista di sventolare le bandiere palestinesi. Potenti proteste si sono svolte in tutta l’ASIA occidentale e il NORDAFRICA, tra cui in EGITTO, LIBANO, IRAQ e YEMEN. Oltre 200.000 persone sono scese in piazza a LONDRA. Un gran numero di persone ha manifestato ad AMSTERDAM, PARIGI, BERLINO, COPENHAGEN e MADRID e in molte altre città europee. A JOHANNESBURG, in Sudafrica, la gente si è radunata davanti al Consolato degli Stati Uniti.

Il 30 marzo per la Giornata della Terra tutto il mondo ha urlato FREE PALESTINE!

Traduzione dall’inglese di Gaia Sartori Pallotta

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