Tornano al voto i quattro comuni serbi del Nord del Kosovo (Kosovska Mitrovica, Leposavić, Zvečan, Zubin Potok) per le elezioni straordinarie di domenica 21 aprile in una sorta di referendum per la destituzione dei quattro sindaci, contestati e illegittimi, insediatisi all’indomani delle precedenti amministrative, completamente boicottate dalla popolazione serba delle municipalità. Il voto che, in linea di principio, avrebbe consentito l’estromissione dei sindaci contestati e, quindi, nuove votazioni per l’elezione di nuovi sindaci, è stato invece boicottato, anche in questa circostanza, dai Serbi del Kosovo, a fronte di una situazione di tensione politica e istituzionale che è, al fondo, tra i motivi della decisione assunta di non partecipare al voto.
Il contesto in cui anche queste elezioni si collocano, infatti, è più che mai denso di tensioni. Cinque giorni fa, lo scorso 16 aprile, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato la raccomandazione della relatrice Dora Bakoyannis a favore dell’ammissione del Kosovo nel Consiglio d’Europa, considerata da più parti una forzatura, dal momento che, in base agli articoli 3 e 4 dello Statuto del Consiglio, «ogni Membro del Consiglio d’Europa riconosce il principio della preminenza del diritto e il principio secondo il quale ogni persona soggetta alla sua giurisdizione deve godere dei diritti umani e delle libertà fondamentali»; inoltre «ogni Stato europeo, che sia considerato capace e volonteroso di conformarsi alle disposizioni dell’art. 3, può essere invitato dal Comitato dei Ministri a divenire Membro del Consiglio d’Europa. Ogni Stato, in tal modo invitato, acquista la qualità di Membro, tosto che in suo nome sia stato depositato […] uno strumento d’adesione al presente Statuto». Com’è noto il Kosovo, la cui posizione giuridica è regolata dalla Risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di Sicurezza (atto vincolante) e dal Parere del 22 luglio 2010 della Corte Internazionale di Giustizia (parere consultivo), non è uno Stato riconosciuto dalla comunità internazionale nel suo insieme.
Vi sono poi ragioni “interne” che hanno collocato questa tornata in un contesto particolarmente delicato e teso. Lo scorso 5 aprile, il Kosovo ha annunciato il suo primo censimento nazionale dal 2011, che includerà un’indagine sulla minoranza serba, ampiamente maggioritaria nel Nord della regione e presente in alcune località ed enclavi del Kosovo interno, col paventato rischio di dare corso a un vero e proprio “censimento etnico”. Ove così fosse, tale operazione configurerebbe una violazione, ad esempio dell’art. 9 del Regolamento europeo sui dati personali (GDPR), secondo il quale «è vietato trattare dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale»; ma anche degli artt. 8 (Rispetto della vita privata e familiare) e 14 (Divieto di discriminazione) della Convenzione Europea dei Diritti Umani (1950). Senza contare la recente decisione, arbitraria e unilaterale, delle autorità albanesi di vietare l’uso della valuta serba, il dinaro, normalmente utilizzato nelle istituzioni gestite dai serbi del Kosovo, comprese scuole e ospedali, nonché per il pagamento di salari, pensioni, prestazioni sociali nei comuni a maggioranza serba, fino a prefigurare il rischio di una pulizia etnica in Kosovo, se con ciò si intende «una politica deliberata volta ad eliminare, tramite l’uso dell’intimidazione, della violenza e/o del terrore, le popolazioni civili appartenenti ad una diversa comunità etnica o religiosa da determinate aree geografiche».
Per quanto, a gennaio, i cittadini serbi del Kosovo avessero firmato in massa una petizione per ottenere la destituzione dei “sindaci” del Nord, la Lista Serba, la principale rappresentanza politica del serbi del Kosovo, ha indetto il boicottaggio del voto, dichiarando di «non partecipare al referendum indetto dal primo ministro del Kosovo Albin Kurti perché ha fatto di tutto affinché la votazione fallisse», secondo una dichiarazione del capo del partito Zlatan Elek. Tra i motivi, viene ribadito il fatto che le autorità albanesi, nell’organizzazione del processo elettorale, non abbiano tenuto in considerazione istanze e preoccupazioni espresse dalla comunità serba. Ad esempio, secondo quanto riferito dalla stampa, trentatré scuole non hanno allestito seggi perché le attività scolastiche ed extrascolastiche erano già programmate per tutti i fine settimana di aprile. Dopo che la Commissione elettorale ha istituito commissioni municipali nei quattro comuni, nominando a capo quattro funzionari esecutivi, i rappresentanti della Lista Serba hanno presentato tutti le dimissioni dalla Commissione. La Tanjug ha fatto notare che, a Zvečan, presso l’ufficio del comune, un seggio elettorale è stato allestito dalle autorità kosovare vicino a una stanza sede della polizia speciale del Kosovo, in modo che chiunque volesse votare dovesse passare tuttavia davanti alla stanza dove si sarebbero trovate le forze speciali di Prishtina. In generale, è stata ovunque notata una massiccia, preoccupante, presenza di forze di polizia
Affinché i sindaci siano dismessi, occorre che il 50% più uno degli elettori voti a favore. Gli attuali “sindaci” sono stati eletti nelle elezioni dell’aprile 2023 con un’affluenza, nei quattro comuni, insignificante. Oggi, a urne chiuse (19:00), 111 elettori hanno votato a Kosovska Mitrovica, 18 a Zubin Potok, 124 a Leposavić, nessuno a Zvečan. È più che mai ora di evitare forzature e ripristinare le condizioni per il dialogo, la giustizia e la pace.
Riferimenti:
Federico Baccini, “Una schiacciante maggioranza al Consiglio d’Europa sta sostenendo l’ingresso del Kosovo”, eunews, 17 Aprile 2024: https://www.eunews.it/2024/04/17/kosovo-consiglio-europa-plenaria-ingresso
Andrea Barolini, “Kosovo, al via il censimento tra sanzioni e poca informazione”, euronews, 05 aprile 2024: https://it.euronews.com/2024/04/05/kosovo-al-via-il-censimento-tra-sanzioni-e-poca-informazione
TANJUG, “Zatvorena glasačka mesta na severu KiM” (Chiusi i seggi nel Kosovo del Nord), 21 aprile 2024: https://www.tanjug.rs/srbija/politika/84617/zatvorena-glasacka-mesta-na-severu-kim/vest
Regolamento UE 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=uriserv:OJ.L_.2016.119.01.0001.01.ITA&toc=OJ:L:2016:119:TOC
Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali: