I laotiani non possono dimenticare il conflitto nel Vietnam degli anni Settanta che li coinvolse facendo diventare la loro terra il Paese più bombardato al mondo.
La guerra americana in Laos era iniziata alla fine del 1964, quando Washington diede il via all’Operazione Barrel Roll, poi seguita da altre tra cui la famigerata Menu, completa di Breakfast e Dessert. Il compito era quello di fiaccare le forze rivoluzionarie laotiane del Pathat Lao che, sostenute dal Nord Vietnam, avevano iniziato ad avanzare da Nordest verso il centro sin dal 1959. Al contempo era necessario spezzare il famoso Sentiero Ho Chi Minh che, via Laos e Cambogia, riforniva la guerriglia nel Vietnam del Sud. Mentre si procedeva alla formazione degli aviatori laotiani e al rafforzamento dei mercenari Hmong – una popolazione delle montagne sempre fortemente autonomista – La Us Air Foorce dalle sue basi in Thailandia iniziò la “guerra segreta” con bombardamenti leggeri. Poi dal 1964 ebbe inizio un’escalation che portò a un bilancio totale delle missioni di bombardamento, terminate nel 1973, a 580.344. Sganciarono centinaia di milioni di bombe. Secondo Legacies of War: una ogni 8 minuti, 24 ore al giorno, per 9 anni. Il territorio e la popolazione vennero devastati da 270 milioni di bombe a grappolo.
Per quasi un decennio, dal 1964 al 1973, gli aerei da guerra americani sganciarono sul territorio del Laos 2 milioni di tonnellate di bombe, ovvero tante quanto quelle utilizzate nella Seconda Guerra Mondiale. Ecco perché ancor oggi, nonostante i continui interventi degli sminatori, ogni anno decine di persone perdono la vita imbattendosi in ordigni inesplosi.
Come giustamente gli storici fanno notare, quella guerra non è mai esistita ufficialmente. Gli Accordi di Ginevra siglati nel 1962 riconoscevano al Laos lo statuto di “paese neutrale”, impedendo qualsiasi presenza militare. Il Laos non sarebbe dovuto essere coinvolto nel conflitto che oppose Washington al vicino Vietnam, ma col passare del tempo, le cose andarono diversamente: le forze comuniste e quelle filo-americane si fronteggiarono proprio su quel territorio. In quel periodo, la piccola nazione asiatica che contava soltanto 3 milioni di abitanti, fu lo Stato più bombardato al mondo.
Le bombe si trovavano in contenitori che ne ospitavano 400 ed esse venivano sparse prima di toccare il suolo, arrivando ovunque, nelle risaie, nei fiumi, nelle strade. Esse fecero 50 mila morti, metà dei quali bambini, che erano attratti da queste piccole palle di cui ignoravano il pericolo. Quasi un terzo delle bombe non esplose e rimase sul terreno, facendo molti danni in seguito.
Attualmente sarebbero ancora 80 milioni gli esemplari potenzialmente attivi in 15 delle 17 province del Laos. I piani di sminamento sono condotti dalle autorità locali e da alcune organizzazioni non governative come Handicap International.
Una delle aree più critiche è quella che ai tempi del conflitto venne chiamato sentiero Ho Chi Minh: una rete di collegamento lunga 2.000 chilometri che serviva ai vietcong per raggiungere la parte meridionale del Vietnam, aggirando la linea del diciassettesimo parallelo attraverso, appunto, il Laos e la Cambogia.
Nella regione di Sepone, a 50 chilometri dal Vietnam, i bombardamenti furono particolarmente intensi e cruenti. Ancor oggi sono visibili gli enormi crateri. In molti villaggi i contenitori delle bombe a grappolo sono stati recuperati per coltivare legumi. Servono anche da pali per le case di legno. A Sepone si trova la base operativa di Handicap International, che agisce nel paese asiatico da trent’anni con 140 persone. Se i bambini si feriscono o muoiono per lo più giocando o aggirandosi per la foresta, gli adulti subiscono le conseguenze delle bombe coltivando i campi, tagliando la legna e cercando di recuperare pezzi di metallo da rivendere.
I risultati, comunque, si vedono: quasi 17 mila ordigni sono stati distrutti dal 2006 a oggi. Se nel 2010 le vittime furono 300, l’anno scorso sono state 60. La battaglia è ancora lunga: i tecnici stimano che ci vorrà almeno mezzo secolo per bonificare il Paese.
https://www.atlanteguerre.it/leredita-della-guerra-in-laos/