Lo scorso fine settimana 30 organizzazioni di 14 Paesi hanno partecipato ad azioni dirette di disobbedienza civile. Le azioni sono l’inizio di una campagna organizzata dalla piattaforma United for Climate Justice, per chiedere la fine dei sussidi ai combustibili fossili.
Greta Thunberg è stata arrestata durante una delle azioni organizzate da Extinction Rebellion all’Aia.
Lo scorso fine settimana si sono svolte azioni in Spagna e in altri 13 Paesi europei, tra cui Belgio, Finlandia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Le azioni sono state indette dalla piattaforma United for Climate Justice, una coalizione di 30 organizzazioni internazionali di attivisti per il clima e movimenti di base che protestano con azioni dirette di disobbedienza civile.
In Spagna, i gruppi di Extinction Rebellion si sono mobilitati ad Alcalá de Henares, Bizkaia, Girona, Granada, Madrid, Malaga, Pamplona, Santander e Valencia, bendando gli occhi di statue famose e affiggendo manifesti con testi come “+1,5 °C, togli la benda” e “5 volte più soldi pubblici alle compagnie petrolifere che all’istruzione”.
In altri Paesi hanno addirittura bloccato le strade, come nei Paesi Bassi, dove l’attivista Greta Thunberg è stata arrestata per aver protestato con Extinction Rebellion all’Aia.
La piattaforma United for Climate Justice chiede la fine immediata di tutti i sussidi all’industria dei combustibili fossili. L’Unione Europea spende ogni anno 405,1 miliardi di euro per tali sussidi, una cifra dieci volte superiore a quella spesa per la politica climatica (meno di 40 miliardi di euro all’anno). Ciò significa che le grandi aziende ricevono sgravi fiscali per un valore di oltre mille euro all’anno per ogni contribuente dell’UE.
Allo stesso tempo, la crisi climatica si aggrava ogni giorno di più. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con gravi siccità nell’Europa meridionale che hanno ridotto le risorse idriche a livelli pericolosi e incendi boschivi che hanno bruciato 900.000 ettari di terreno in tutta Europa, pari a più di 1 milione di campi da calcio.
“Sovvenzionare le aziende che aggravano la crisi climatica è perverso e criminale e deve cessare immediatamente. Questo denaro deve essere destinato a sostenere la transizione ecologica e sociale, per raggiungere la sovranità alimentare ed energetica. Non cercare alternative significa continuare ad affidarsi a un modello che causa perdite e migliaia di morti ogni anno. Questa è la finestra di opportunità per agire”, dice Jorge, uno degli attivisti che ha partecipato alle azioni in Spagna.
Nel 2022 nei Paesi Bassi, Extinction Rebellion è stata la prima a bloccare una strada per protestare contro i sussidi ai combustibili fossili. Sabato 6 aprile di quest’anno segna il 37° blocco della strada che conduce all’autostrada A12, una campagna che ha già portato a più di 12.000 arresti. Proteste simili contro i sussidi ai combustibili fossili hanno avuto luogo in altri Paesi europei, tra cui Belgio e Germania.
Con le azioni di questo fine settimana, United for Climate Justice (UCJ) ha dato il via alla campagna Stop EU Fossil Subsidies. L’organizzazione ha lanciato un appello internazionale per proteste nonviolente di disobbedienza civile, sottolineando la necessità di un cambiamento rapido e guidato dai cittadini. L’urgenza di agire si basa sull’evidenza scientifica della crisi climatica.
“Non possiamo salvare un pianeta in fiamme con un idrante fatto di combustibili fossili”, ha detto António Guterres alla COP28.
Nell’ambito di questa campagna, Extinction Rebellion Spagna annuncia mobilitazioni per la settimana che precede le elezioni europee, con azioni che inizieranno il 27 maggio e termineranno con un’iniziativa a Madrid il 2 giugno.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo. Revisione di Thomas Schmid.