Fa scandalo che la classe operaia riesca a mettere insieme un evento culturale e per giunta un festival di letteratura. Questo è stato detto in apertura di conferenza stampa da Dario Salvetti, esponente del collettivo di fabbrica: sembra che per i benpensanti borghesi e per il mondo imprenditoriale e padronale la classe operaia non abbia capacità propria di esprimere cultura, descrivere e raccontare creativamente ed autonomamente il mondo di appartenenza. Questo è tradizionalmente appannaggio di una cultura “alta” privilegiata, espressione comunque di un’altra classe, professionale, elitaria.
Fatto sta che per il secondo anno consecutivo, senza sponsor, viene realizzato a Campi Bisenzio alla periferia di Firenze, in un distretto industriale, in una fabbrica presidiata, il festival internazionale di letteratura “Working Class”.
Non un evento culturale e basta, ma un momento di lotta, anzi essenzialmente un momento di lotta, poiché il mondo padronale, imprenditoriale, istituzionale non vuol riconoscere i progetti di riconversione industriale dal basso, modello unico in Italia, quale prospettiva produttiva valida rispetto alla pura speculazione finanziario-immobiliare con cui la proprietà intende liquidare la faccenda e lasciare gli operai al loro destino.
Qui il programma del Festival: