« “Non ci sono i soldi” è il refrain che ci sentiamo rispondere ad ogni rivendicazione di risorse per garantire diritti costituzionalmente garantiti ». Marco Bersani di Attac Italia mette nero su bianco [1] ciò che sappiamo ma non diciamo.
« È il caso della sanità – ad esempio, precisa – , per la quale, dopo le lacrime di coccodrillo durante la pandemia sui tagli effettuati nell’ultimo decennio, oggi, secondo l’ultimo rapporto della Corte dei Conti, ci troviamo con risorse pari a 131 mld (nel 2022) nettamente inferiori a quelle della Germania (423 mld) e della Francia (271 mld) ».
Ma è anche il caso dell’istruzione, della lotta alla povertà.
« Tuttavia – continua Marco Bersani -, c’è un settore che sembra non subire mai il refrain di cui sopra: si tratta delle spese militari. Qui non solo non è mai arrivata alcuna spending review, ma si procede con passi da gigante all’aumento di spesa. Se già nel 2023 vi era stato un aumento di 1,8 miliardi, nel 2024 vi è stato un ulteriore balzo di 1,4 mld, con un innalzamento complessivo nel biennio del 12,5%, che ha portato per la prima volta nella storia il bilancio del Ministero della Difesa a superare i 29 miliardi. Sempre per la prima volta nella storia, ben 10 di questi 29 mld sono destinati all’acquisizione diretta di armamenti ».
L’attivista di Attac Italia conclude quindi così la propria riflessione “a voce alta”: « di fronte a questi dati, si smaschera l’ideologia del debito e delle politiche di austerità: i soldi ci sono e sono tanti, ma le scelte politiche li destinano all’economia di guerra e agli interessi dei pochi contro il resto della società ».
—
Fonti e Note:
[1] Attac Italia, 6 aprile 2024, “Spese militari contro la società”.