Non c’è stata nel 2022 l’attesa riduzione dei consumatori di alcol a rischio (accennata nel 2021) e la platea degli esposti a consumi a maggior rischio per la salute è arrivata a 8 milioni (erano 7,7 milioni nel 2021). Il 21,1% dei consumatori e il 9,1% delle consumatrici hanno consumato quantità di alcol a maggior rischio per la salute. Ma la fascia della popolazione in cui è stata registrata la più elevata frequenza di consumatori a rischio risulta essere quella dei 650.000 minori 11-17enni di entrambi i sessi (il 38,6% dei maschi e il 36,8% delle femmine), seguita dai 2 milioni cinquecentocinquantamila anziani maschi ultra 65enni (il 32,4% dei 65-74enni e il 30,2% degli ultra 75enni). Di estrema preoccupazione il 9,1% dei maschi e il 6,9 % degli 11-15enni. Sono alcuni dei dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha rielaborato attraverso il SISMA (Sistema di Monitoraggio Alcol), anche per il Programma Statistico Nazionale, i dati della Multiscopo ISTAT.
Sono stati circa 104.000 i minori che si sono ubriacati, identificando la vasta platea che non dovrebbe ricevere in vendita o somministrazione bevande alcoliche dagli adulti competenti sia negli esercizi pubblici che in famiglia. I valori massimi per i binge drinkers (“abbuffata di alcolici” o “bere fino a ubriacarsi”) si registrano tra i 18-24enni, con 624.000 giovani. Dai dati del Ministero della Salute in corso di pubblicazione nella Relazione del Ministro della salute al Parlamento, nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi ai Pronto soccorso (PS); come già per il 2021, Il 10,4% di tutti i ricorsi ai Ps è richiesto da minorenni. Solo 4.110 degli 104.000 binge drinkers minorenni, intossicati dall’alcol, si sono rivolti a opportune competenze mediche (intercettato quindi solo il 4% dei minorenni attesi) pur se dimessi a domicilio senza ulteriori consulenze specifiche. I consumatori a rischio tra gli 11 e i 24 anni raggiungono la cifra di 1 milione e trecentodiecimila, il 18,9% dei maschi e il 13,3% delle femmine.
Si tratta di consumatori che “rappresentano – sottolineano i ricercatori – la platea dei candidati ad un deficit cognitivo prematuro di memoria e di orientamento, in funzione dell’interferenza dell’alcol sulla maturazione della corteccia prefrontale e della tossicità diretta su cellule specializzate come quelle dell’ippocampo. L’alcol determina un danno prevalentemente irreversibile, essendo nota la scarsa plasticità neuronale in età adulta, evitabile e da evitare attraverso inderogabili strategie che la Risoluzione del Parlamento europeo di lotta al cancro ha identificato come strategia “alcol zero”, pari alla frequenza dei consumatori che dovrebbe essere registrata al di sotto dell’età minima legale in Italia e ovunque.”
Nel 2022 anche circa due milioni e 500 mila donne hanno consumato alcolici secondo modalità a rischio per la loro salute e il 15,5% sono minorenni. Si tratta di 300.000 ragazze, che consumano secondo modalità a maggior rischio. Un milione di donne beve per ubriacarsi in Italia, “una quota rilevante – evidenzia l’Ossercatorio – per le implicazioni di salute al femminile, sollecitando una prevenzione di genere da attuare soprattutto in virtù della maggiore vulnerabilità femminile all’alcol a condizioni influenzate anche da basse quantità di alcol consumate incrementanti il rischio del cancro della mammella e della stessa salute riproduttiva che teme l’alcol.” l’alcol. L’OMS e la IARC stimano 3200 nuovi casi di cancro tra le italiane, il 45% causato da consumi moderati, inferiori ai 20 grammi di alcol al giorno (meno di due bicchieri). Tra le donne il comportamento a rischio di più recente diffusione è il consumo di alcol fuori pasto (23,2%), in costante aumento nell’ultimo decennio per la moda delle happy hours come simbolo di emancipazione femminile. Da anni gli indicatori di rischio non mostrano accenni alla riduzione delle consumatrici a rischio (9,1% in media con punta massima del 36,8% tra le 16-17enni), né delle binge drinker (3,7% con punta massima del 10,8% tra le 18-24enni) o delle eccedentarie su base quotidiana (6,1% con punta massima del 36,8% tra le 16-17enni).
E tra i consumatori a rischio ci sono ovviamente anche le persone anziane: nel 2022 sono stati quasi due milioni e 550 mila i consumatori a rischio di età superiore ai 65 anni (il 31,3% dei maschi e l’8,0% delle femmine); 1 milione 350.000 sono 65-74enni, 920.000 75-84enni, 280.000 sono gli ultra85enni. Le numerosità registrate per gli anziani risultano preoccupanti quanto quelle di donne e minori in un’ottica di salute pubblica e nell’evidenza che l’età anziana è connotata da un elevato numero di patologie e di farmaci assunti che sconsigliano l’uso di alcol. Un comportamento che dovrebbe caratterizzare le classi di età più giovanili, il binge-drinking, coinvolge in media il 4,3 % degli anziani maschi e l’1 % delle femmine con picchi di 5,9 % e 2,2% per i 65-74enni e frequenze che non si annullano, come auspicabile, tra gli ultra85enni.
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