Il 2023 è stato l’anno più caldo, battendo i record dei livelli di gas serra, di calore e di acidificazione degli oceani, che ha aumentato il livello dei mari e ridotto i ghiacciai. Questo è dimostrato in un documento dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), portavoce autorizzato delle Nazioni Unite sul meteo, il clima e l’acqua.

L’anno scorso siamo arrivati a una temperatura media globale in prossimità della superficie pari a 1,45°C al di sopra della linea di base preindustriale, con il decennio più caldo mai registrato. Il documento mondiale sottolinea che queste alterazioni climatiche non hanno solo creato problemi nella vita quotidiana di milioni di persone, ma hanno anche provocato perdite di milioni di dollari.

Si stima che le concentrazioni di anidride carbonica, metano e protossido d’azoto avevano raggiunto livelli record nel 2022 e hanno continuato ad aumentare nel 2023, nonostante l’accordo di Parigi per ridurre le emissioni entro il 2050.

«Le conoscenze scientifiche sul cambiamento climatico esistono da più di 50 anni e, tuttavia, abbiamo perso un’intera generazione di opportunità», ha espresso con rammarico la Segretaria Generale della WMO, Celeste Saulo, riguardo il documento.

Effetti negli oceani

Come conseguenza di un giorno normale del 2023, c’è stata un’ondata di calore marino in quasi un terzo della superficie dell’oceano, la quale ha danneggiato ecosistemi e sistemi alimentari fondamentali. Allo stesso modo, le temperature della superficie marina nel golfo del Messico e nei Caraibi, e le tracce del fenomeno del Niño, hanno generato alterazioni nei regimi di pioggia e siccità in quella regione.

Effetti sui ghiacciai

I ghiacciai hanno sofferto la perdita maggiore di ghiaccio registrata dal 1950, con scioglimenti estremi sia nell’America nord-occidentale, sia in Europa. Per esempio, i ghiacciai svizzeri hanno perso circa il 10% del loro volume.

Effetti sull’umanità

Nel frattempo, il numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare acuta è raddoppiato, da 149 milioni prima della pandemia da Covid-19 a 333 milioni nel 2023, secondo i dati del Programma Alimentare Mondiale.

La più grande perdita economica registrata, dovuta a un solo evento, nel 2023 è stata causata dall’uragano Otis lungo la costa messicana che si affaccia sull’oceano Pacifico, con 47 morti, 32 dispersi e perdite stimate a 15 miliardi di dollari.

Siccità e piogge

Tra le zone di siccità più significative ci sono state il nord dell’Argentina e l’Uruguay, dove è stato colpito l’approvvigionamento dei centri principali tra cui Montevideo. Una cosa simile è successa in otto Stati del Brasile.

Contemporaneamente, il ritorno del Niño nel 2023 ha avuto conseguenze in tutto il ciclo di coltivazione del mais in America centrale e nelle zone settentrionali dell’America del sud, dove il deficit idrico e le alte temperature hanno ridotto la superficie di semina e i rendimenti.

Fatti positivi

Il documento della WMO offre anche alcuni motivi per essere ottimisti: nel 2023 la produzione delle energie rinnovabili è cresciuta quasi del 50%. Con ciò è stato raggiunto un totale di 510 gigawatt, il tasso più alto osservato in 20 anni.

La crescita delle rinnovabili, spinta principalmente dal fotovoltaico, dall’eolico e dall’idroelettrico, le ha rese una forza leader nell’azione climatica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Per rimanere entro la traiettoria di 1,5°C, gli investimenti annuali sul clima devono moltiplicarsi per più di sei volte.

La WMO ha spiegato che il traguardo per il 2030 è 9000 miliardi di dollari, poi servono altri 10000 miliardi di dollari entro il 2050.

Traduzione dallo spagnolo di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid.

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