Il Giardino della Ferrovia è un’oasi verde che sorge sorprendentemente a Pianura, un quartiere della periferia di Napoli. E la storia della sua nascita è ancora più sorprendente: era uno stato di totale stato di abbandono quando Pasquale Raffa ha deciso di regalargli una seconda vita, trasformandolo in un orto urbano che oggi gestisce con il supporto dell’associazione Zappa Social.
Circondato dalle cortine edilizie di un quartiere periferico di Napoli, quello di Pianura, si estende per quattromila metri quadrati un rigoglioso spazio verde, una vera e propria oasi nel deserto di cemento. È stato battezzato “il Giardino della Ferrovia” e un tempo era un luogo abbandonato e utilizzato abusivamente come discarica. Oggi, grazie all’interesse dell’architetto Pasquale Raffa, ora presidente dell’Associazione Zappa Social, si è trasformato in un orto urbano a disposizione del territorio.
Un po’ di storia: il quartiere Pianura
Pianura è un quartiere di Napoli che presenta diverse problematicità. In origine era un comune autonomo, che fu accorpato, insieme a Soccavo, Chiaiano e Secondigliano, al Comune di Napoli nel 1926, diventandone periferia. Era un’area rurale occupata prevalentemente da coltivazioni e particolarmente fertile grazie al suolo vulcanico.
Tuttavia, una completa trasformazione della zona avvenne tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, quando si cominciò a costruire in maniera frenetica e abusiva, sostituendo in poco tempo le terre coltivate con palazzi di cemento. In quest’ottica, il gesto di Pasquale Raffa e di Zappa Social assume quasi un valore simbolico: un tentativo di restituire alla natura lo spazio che le è stato sottratto.
Zappa Social contro la burocrazia
È stato proprio Pasquale a raccontarci il lungo iter burocratico che ha dovuto affrontare per ridare vita a quell’area, oggi gestita dall’associazione Zappa Social. «Era un’enorme area sulla quale non era possibile edificare, in quanto situata sopra una galleria della Circumflegrea, una linea ferroviaria. L’area era chiusa da una recinzione, ma ben presto si era trasformata in una discarica abusiva, perché le persone avevano iniziato a depositarvi ogni sorta di rifiuti, tra cui mobili, arredi e detriti edilizi».
«Io abito in zona e tengo molto al quartiere – prosegue Pasquale –, per cui non riuscivo a sopportare di stare a guardare mentre quel suolo veniva maltrattato. Decisi allora di fare richiesta alla Regione Campania per prenderlo in uso vincendo la gara, anche se a causa dei vincoli urbanistici del suolo ci sono voluti quasi due anni prima di avere le autorizzazioni dal Comune di Napoli per poterlo effettivamente utilizzare».
Zappa Social, un orto per i soci e le associazioni del territorio
Finalmente, nel 2021, il “Giardino delle ferrovie” ha potuto iniziare la sua rinascita, ma le sfide non erano ancora terminate per Pasquale e gli altri soci di Zappa Social. «Abbiamo tolto 50 centimetri di terreno sporco per sostituirlo con terreno pulito ed effettuato tutte le analisi necessarie a verificare la bontà del suolo. Solo dopo aver ricevuto l’autorizzazione dall’ASL abbiamo iniziato con le attività. Abbiamo piantato da zero circa settanta alberi e trecento arbusti, dando vita a un polmone verde che piano piano sta crescendo».
Ognuno dei membri dell’associazione Zappa Social – chiunque voglia può diventarlo – cura il proprio piccolo orticello. Alcuni di questi però sono riservati alle scuole e alle associazioni locali, come Volontari Flegrei, Progetto Pace e Turmed, che possono usufruirne gratuitamente. Quasi tutte le mattine il Giardino della Ferrovia ospita i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria, per i più svariati laboratori.
«Abbiamo fatto laboratori di apicultura, di educazione alimentare, di agricoltura e anche di vendemmia. Molte scuole del quartiere non hanno spazi esterni e così diamo ai più piccoli la possibilità di passare giornate intere all’aria aperta, di imparare a vivere nel verde e a rispettare la natura. Abbiamo preso anche delle galline e dei coniglietti. Molti bambini non avevano idea di come fosse fatta una gallina e non sapevano da dove venissero le uova».
Un’agricoltura biologica e di autosussistenza
Pasquale racconta di essersi appassionato all’agricoltura strada facendo. «All’inizio la mia intenzione era semplicemente quella di riqualificare uno spazio urbano. Poi, piano piano, ho sviluppato un interesse sempre maggiore per l’agricoltura. Ovviamente coltiviamo nel massimo rispetto dell’ambiente. Non usiamo pesticidi né concimi chimici, cerchiamo di recuperare l’acqua piovana e rispettiamo sempre la stagionalità». L’obiettivo è quello di dar nuova vita alla terra, anche ribaltando le logiche del profitto e coltivando solo per sé, la propria famiglia e amici.
Uno spazio verde di socialità e relax
Già dal nome scelto per l’associazione, Zappa Social, si intuisce la volontà di rendere il percorso di riavvicinamento al verde un’esperienza sociale, di condivisione e di solidarietà. «Oltre al parcheggio, al bagno e allo spogliatoio, c’è anche uno spazio con un pergolato, circondato da un prato, dove potersi rilassare nel verde e fare due chiacchiere con i propri vicini di orto», sottolinea Pasquale.
Il giardino è una spazio dove le persone anziane hanno la possibilità di fare una passeggiata circondate dal verde, invece di rimanere in casa a guardare la televisione, ma è anche dove i bambini possono giocare liberi ed entusiasti. È un luogo di pace, dove è possibile passare una mattinata lontano dai rumori della città, dedicandosi al proprio benessere mentale.
La risposta del quartiere
Eppure, nonostante l’entusiasmo manifestato dalle scuole e dalle associazioni, non tutti gli abitanti di Pianura hanno immediatamente apprezzato l’opera di Zappa Social. Far nascere e crescere il Giardino della Ferrovia non è stato semplice. Pasquale infatti ha raccontato che alcune persone del vicinato non vedevano di buon occhio il lavoro portato avanti da lui e dai soci dell’associazione.
«Le persone del quartiere probabilmente hanno paura del cambiamento e, abituate a trent’anni di silenzio, quando hanno visto un gruppo di persone che ripulivano e trasformavano quest’area, si sono spaventate. Ma non ci siamo arresi e non abbiamo intenzione di farlo, anzi. Questo ci ha reso ancora più sicuri di noi e ha rafforzato la voglia di portare avanti il nostro progetto», assicura Pasquale.
«Purtroppo – conclude – siamo in un posto in cui è difficile condividere, perché alcune persone non sono abituate a farlo. Siamo costretti a tenere il cancello chiuso, perché un paio di volte hanno provato a rubare le attrezzature agricole e questo non è un quartiere del tutto sicuro. Ma il vicinato dovrà abituarsi a noi, perché non abbiamo intenzione di andare via». E chissà se un giorno, con la loro passione e dedizione, i membri di Zappa Social non saranno in grado di ispirare anche i residenti più scettici e diffidenti, contagiando loro la voglia di prendersi cura del loro quartiere e del territorio.