Care amiche e cari amici, gentili signore e signori,
vorremmo chiedere il vostro sostegno alla proposta di un provvedimento legislativo che preveda che le forze dell’ordine siano formate alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza.
L’attenzione dell’opinione pubblica suscitata dal pestaggio a colpi di manganello di studenti adolescenti da parte di operatori delle forze dell’ordine a Pisa alcuni giorni fa, purtroppo non ha dato luogo a una riflessione adeguata quanto al che fare. Unanime è stata la condanna del pestaggio, a cominciare dal Presidente della Repubblica, ma quanto ai provvedimenti utili per far sì che simili violenze non si ripetano non si è andati oltre la banalità di dotare gli agenti di cartellini identificativi e di videocamere come quelle già in uso in altri paesi.
Certamente è necessario che chi esegue un pestaggio sia identificato e successivamente giudicato e sanzionato per quanto commesso, e che sia egli stesso pienamente consapevole che sicuramente lo sarà; ma questo ancora una volta è intervenire a valle del comportamento violento e abusivo, mentre ciò che più occorre è intervenire a monte, ovvero prevenirlo. E per prevenire condotte violente e abusive da parte delle forze dell’ordine è necessario che esse siano formate alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza.
Con l’espressione sintetica “risorse della nonviolenza” intendiamo tutte quelle conoscenze e quelle pratiche concrete e coerenti orientate ovvero efficienti a prevenire, contrastare, ridurre la violenza in situazioni di conflitto o di crisi. Non ci si obietti che le forze dell’ordine sono l’estrinsecazione all’interno dei confini giurisdizionali dell’attribuzione allo Stato del monopolio della forza così come l’esercito lo è nell’ambito delle relazioni internazionali: negli stati costituzionali e democratici, dove vige la separazione dei poteri e il primato delle leggi, le forze dell’ordine non sono più lo strumento armato a disposizione dei poteri dominanti per soggiogare e reprimere la popolazione (anche se i poteri dominanti – sovente oligarchici ed autoritari, pure in un contesto istituzionale formalmente democratico – incessantemente tentano ancora di farne questo uso).
Se le forze dell’ordine fossero (o fossero solo) un apparato repressivo al servizio delle classi e dei gruppi dominanti, la cieca brutalità sarebbe la loro caratteristica principale. Ma in uno stato di diritto, costituzionale e democratico, non è così, per nostra comune fortuna. In uno stato di diritto, costituzionale e democratico, le forze dell’ordine sono (o sono anche e soprattutto, ovvero dovrebbero essere tout court) istituzione atta a difendere i diritti delle persone, di tutte le persone.
E per difendere i diritti delle persone le conoscenze teoriche e pratiche che la nonviolenza mette a disposizione (ovvero che nel loro insieme costituiscono quel complesso di valori, di criteri, di metodiche e di prassi che definiamo nonviolenza) sono non solo utilissime, ma diremmo anche pressochè indispensabili. Ergo: la formazione delle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza è una pura e semplice necessità.
Come dovrebbe essere noto, non solo in altri paesi ma anche in Italia tale formazione è stata già efficacemente sperimentata. Si tratta ormai di renderla strutturale, di includerla a pieno titolo nei percorsi formativi (e nei corsi di aggiornamento) di tutti gli appartenenti ai vari corpi in cui si articola la funzione della pubblica sicurezza (scilicet: della difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, come stabilisce la Costituzione della Repubblica italiana) nel nostro paese.
A tal fine crediamo che sia opportuno procedere per via legislativa piuttosto che regolamentare: ovvero con l’adozione di una legge che istituisca sic et simpliciter la presenza della formazione alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza nei programmi formativi (e di aggiornamento) delle forze dell’ordine ad ogni livello.
In breve, è tutto qui.
Fin dal 2001 senatori e deputati di tutti gli schieramenti politici hanno presentato proposte di legge a tal fine; ma esse non sono mai giunte alla discussione da parte del Parlamento. Chiediamo alle ed ai parlamentari che oggi siedono in Senato e alla Camera dei Deputati di riprendere quelle proposte, valutarle, eventualmente approfondirle ed aggiornarle, ed impegnarsi hic et nunc affinchè l’organo legislativo del nostro paese finalmente ne prenda contezza, ne discuta e – come non dubitiamo che accadrebbe se una discussione finalmente si svolgesse – pervenga a deliberare una legge che istituisca la formazione delle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza.
Alle persone, alle associazioni, alle istituzioni ed ai mezzi d’informazione cui inviamo questo appello chiediamo di farlo circolare ulteriormente, di discuterlo, di arricchirlo con le eventuali loro riflessioni, critiche e proposte integrative, di impegnarsi affinchè finalmente tale proposta venga adeguatamente presa in considerazione e pubblicamente dibattuta, e possa infine tradursi nel provvedimento legislativo che già nel 2001, dopo la tragedia di Genova, parlamentari rappresentativi di tutti gli schieramenti politici auspicavano sottoscrivendo e sostenendo la prima proposta di legge in tal senso (primo firmatario il senatore Achille Occhetto).
Grazie fin d’ora per l’attenzione e per quanto riterrete opportuno fare.