Dalla Rete Umanista di Notizie sulla Salute REHUNO Salud attiviamo un luogo di scambio dove è possibile uno sguardo nuovo sulla vita quotidiana, basato su una psicologia esperienziale ed esistenziale: la Psicologia del Nuovo Umanesimo. Questa fornisce proposte concrete di lavoro personale per giungere a un senso pieno della nostra esistenza e a una vita libera da sofferenze inutili. Non si tratta, pertanto, di una psicologia terapeutica, né si occupa di qualche patologia, ma è rivolta a chiunque voglia comprendere se stesso e possedere gli strumenti per avviare un cambiamento positivo nella propria vita. Il benessere psicologico è senza dubbio alla base della salute integrale, per cui è un aspetto della vita al quale anelare.
Ti invitiamo a mettere in pratica queste proposte e scriverci (a rehuno.salud@gmail.com) per raccontarci la tua esperienza.
La coscienza umana è talmente complessa da essere in grado di creare epifenomeni senza fondamento reale e di dotarli di un’«esistenza» propria. È il caso dell’io. Fin dalla più tenera età apprendiamo che uno è uno. Guardo delle vecchie foto e mi dico «quello sono io». Poi mi guardo allo specchio e con tono rassegnato mi dico «anche questo sono io». Il cambiamento è visibile e più che evidente; tuttavia, ho la sensazione di una certa continuità, per cui quello che sono ora è lo stesso di quello che compare nelle vecchie foto. Ora la mia esperienza è molto maggiore, il mio sguardo sul mondo, le mie credenze, i miei valori e le mie aspirazioni sono molto diverse da allora e sicuramente continueranno a cambiare.
E poi, guarda come mi vestivo… e che capelli… che orrore! È come se si trattasse di un’altra persona. Cosa c’è oggi di quell’io dell’infanzia o dell’adolescenza che compare nelle foto? Neanche le cellule del mio corpo sono le stesse, dal momento che con il tempo si sono rinnovate. Sembra che non ci sia molto dell’io di un tempo, tuttavia, continuo a pensare che sono sempre lo stesso, sono sempre io.
Sebbene tutti sperimentiamo l’unità dell’io nel tempo, guardandolo da una certa distanza vediamo che non ci sono motivi per credere che quell’esistenza dell’io sia unica, e questo a causa dei numerosi cambiamenti che si verificano in noi con il passare del tempo, ma la realtà è che è così.
Esperienze di silenzio dell’io
Questo io agisce come una sorta di coordinatore di funzioni della coscienza. Si alimenta dei dati somministrati dalla memoria, che forniscono i significati interni ed esterni, e delle immagini generate come potenziali risposte al mondo. La sua missione è, diciamo, quella di mantenere la coerenza strutturale della psiche. Lavora anche durante il sogno e il dormiveglia, sebbene l’intera struttura abbia un livello di coscienza ridotto, cosicché a questi livelli organizza le risposte in modo diverso, come le immagini oniriche dei sogni che si manifestano in modo da non muovere il corpo. L’unico momento in cui si può parlare di totale inattività dell’io è nella fase del sogno vegetativo.
Il modo migliore per provare la sua attività è cercando di fermarla o zittirla. Aspiriamo al silenzio mentale: cerchiamo un posto buio e tranquillo, ci rilassiamo e cerchiamo di mettere a tacere qualsiasi attività mentale. Non vogliamo solo fermare il dialogo interno che avviene nella nostra testa, ma anche lo scorrere di immagini e sensazioni. Cerchiamo, in qualche modo, di ridurre qualsiasi segnale o attività interna, creando una sorta di vuoto interiore. Ebbene, nel giro di poco ci renderemo conto che questo non è facile da ottenere. Se continuiamo a provarci, è probabile che otterremo una riduzione dei rumori mentali, ma non riusciremo a fermarli del tutto. Se siamo molto disciplinati e perseveranti, forse un giorno otterremo un breve istante di qualcosa che assomiglia al silenzio nell’attività dell’io, ma questo passerà in un secondo e la macchina continuerà a camminare come se niente fosse.
Questo dimostra l’attività costante dell’io e come quest’attività sia un fattore di rumore mentale che impedisce il silenzio mentale. Dimostra inoltre che se riuscissimo a fermare l’io, anche la nostra coscienza si fermerebbe e non potremmo fare niente. Non potremmo accedere alla memoria, non potremmo dare nessuna risposta né coordinare alcun impulso. Pertanto, il fatto di liberarsi dell’io, o cose del genere, non è possibile e coloro che pretendono di farlo dimostrano una scarsa conoscenza del funzionamento della coscienza umana.
Spostamenti dell’io
Sebbene non sia possibile riuscire a far sparire l’io, è invece possibile metterlo a tacere per alcuni istanti, come abbiamo precedentemente detto. Sperimenteremo che nelle prime fasi di silenzio, quelle in cui il rumore è garantito, la nostra attenzione va e viene, e si muove come il volo di una mosca, senza una meta, passando da un argomento a un altro. Se dopo un certo lasso di tempo non ci saremo ancora arresi, avremo raggiunto una minima educazione della nostra attenzione e potremo fare in modo che rimanga sull’argomento per un breve tempo, senza passare ad altre cose. Bene, da questo punto sarà per noi possibile proseguire verso la riduzione dei rumori mentali.
Una tecnica breve e semplice per entrare nel silenzio mentale, quando la nostra attenzione è già un minimo educata, è quella di immaginarsi un suono che si allontana da me. Può essere un suono qualsiasi, l’importante è immaginare che si allontana da me e che si sente sempre meno. L’intenzione è di cercare di ascoltarlo con tutta l’attenzione possibile sebbene si senta appena. Questo «cercare di ascoltare» qualcosa di appena percettibile dà luogo meccanicamente a una sorta di silenzio nei meccanismi di coscienza. Se vogliamo sentire un sussurro, chiediamo silenzio tutt’intorno, e nel mondo interiore accade lo stesso. È un primo passo e da questo punto bisogna continuare ad approfondire in questo silenzio.
Dopo un buon numero di tentativi in questa seconda fase, se siamo riusciti a mantenere saldi i nostri propositi, forse un giorno potremo vivere un’esperienza un tantino diversa dal solito. Non è possibile spiegare in questa sede che tipo di esperienza sia, perché ciascuno ha le proprie. Quello che sembra accomunarle è il fatto che sono brevi e quando terminano si ha la sensazione di essere tornati da un luogo diverso. È come se i riferimenti spaziali e temporali per un attimo fossero spariti. Queste sensazioni, probabilmente, sono frutto di uno spostamento dell’io. È come se l’io fosse stato offuscato o si fosse mosso, come se non fosse rimasto nella sua posizione centrale, come se si fosse messo da parte. Questo spostamento dell’io e l’esperienza poco usuale che si vive in quel momento sono fenomeni strutturati, che vanno cioè uno insieme all’altro.
La cosa interessante di questa esperienza è che ci dimostra l’esistenza, nella mente umana, di altri spazi da esplorare. Nella coscienza esistono altre profondità, in cui il tempo e lo spazio funzionano in modo diverso. Esiste un modo di sentire le cose diverso da quello abituale e l’unico modo per accedervi è mettendo a tacere il rumore della coscienza e dell’io. È sorprendente quando ci si rende conto che esistono altre profondità della mente proprio qui, a portata di mano. Semplicemente non le vediamo né le sentiamo, perché siamo troppo accecati e assordati dall’attività del nostro io.
Queste esperienze, che sfuggono agli abituali circuiti del nostro pensare e sentire, sono un magnifico alimento per la nostra vita, perché ci mettono in un atteggiamento diverso e in una predisposizione nuova rispetto agli altri e al mondo.
Nel sito di REHUNO Salud puoi consultare la serie completa di Psicologia del Nuovo Umanesimo
Traduzione dallo spagnolo di Ada De Micheli. Revisione di Thomas Schmid.