“Quante belle facce alla cerimonia presso l’Università di Perugia per la consegna del premio Federico Caffè!” ha tweetato l’altro ieri, 22 marzo, Stella Moris, moglie del giornalista australiano Julian Assange, tuttora imprigionato a Londra.
Stella è venuta infatti alla Facoltà di Economia del capoluogo umbro a ritirare per conto del marito il Premio per il Giornalismo conferito dal “Gruppo dei 700” e intitolato al celebre economista Federico Caffè. Si tratta di un premio che “riconosce l’importanza del servizio pubblico di Julian Assange e la necessità di #FreeAssangeNOW”, ha spiegato nel suo tweet la quarantenne di origine sudafricana.
“Il momento più toccante della cerimonia”, ha aggiunto Stella, “è stato il riconoscimento postumo ai giornalisti Hamza al-Dahdou e Mustafa Thraya, presi di mira e uccisi a Gaza da un attacco di droni”, presumibilmente israeliani. I premi per i due giornalisti uccisi sono stati consegnati a Stella, che si è impegnata a fare il necessario perché giungano alle relative famiglie. Va ricordato che negli ultimi mesi a Gaza hanno perso la vita almeno 123 giornalisti e operatori dei media e molti altri risultano feriti, arrestati o dispersi. Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti che sta ora indagando per capire se siano stati deliberatamente presi di mira dai militari israeliani.
Nel suo discorso di ringraziamento per le onorificenze, Stella ha spiegato come Julian viene perseguitato dal Potere perché considerato reo di aver diffuso, nell’interesse pubblico, documenti segretati che rivelano gli illeciti commessi dai governi. “Negli ultimi anni si è purtroppo diffusa l’idea che l’interesse pubblico non debba essere sempre salvaguardato, anche quando si è fatto un uso improprio del Segreto di Stato per coprire un’illegalità e questo accade anche nelle democrazie più robuste”, ha aggiunto la consorte di Julian, avvocata di professione.
Eppure la Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1971 ha stabilito che è lecito rivelare documenti segretati proprio in virtù della preminenza dell’interesse pubblico; anche la Corte Europea per i Diritti Umani ha ribadito lo stesso criterio in numerose sentenze. Certo, bisogna sempre salvaguardare la sicurezza nazionale, ma questa non viene necessariamente compromessa con la rivelazione di un Segreto di Stato e pertanto rivelazioni di questo tipo, se fatte nell’interesse pubblico come nel caso delle rivelazioni di WikiLeaks, sarebbero da considerarsi più che legittime.
Sempre sul versante legale, Stella ha liquidato la questione di un possibile patteggiamento tra suo marito e il Procuratore Generale degli Stati Uniti, con un “nulla di definitivo…” Ancora. “Siamo a conoscenza dell’articolo del Wall Street Journal che ne parla,” ha aggiunto, “ma il nostro team legale ha smentito tutte le indiscrezioni. Non ci sono stati cambiamenti nella situazione legale di Julian.”
Una doverosa nota finale: è ironico che un prestigioso premio per il giornalismo – come quello intitolato a Federico Caffè – sia conferito a Julian Assange proprio a Perugia, città del celebre Festival Internazionale per il Giornalismo (#if24, quest’anno dal 17 al 21 aprile).
Infatti, per il secondo anno di seguito, il Festival snobba il co-fondatore del sito WikiLeaks: tra le centinaia di sessioni dedicate al giornalismo di ogni tipo e ai giornalisti delle più svariate testate, non ce n’è una sola su Assange o sul suo sito.
Eppure Assange ha pubblicato notizie importanti d’interesse generale, basate su documenti autentici e controllati – e questo è l’essenza del giornalismo. Peraltro, queste stesse notizie sono state poi prese dal suo sito e ripubblicate dalle testate più prestigiose del mondo. Se non è giornalismo questo, ci si chiede in che cosa consista, per gli organizzatori di #ijf24, l’essere un giornalista. Ci si chiede se riconoscano l’apporto essenziale dato al pluralismo del discorso in una società veramente democratica dalla stampa indipendente come WikiLeaks e dai giornalisti freelance come Julian Assange.