Fiaccolata in memoria di don Peppe Diana. Martedì 19 marzo 2023, ore 18.15, da piazzale Santa Croce fino a piazza Garibaldi.
E’ in programma martedì 19 marzo, alle 18.15, la Fiaccolata in memoria di don Peppe Diana, promossa da Libera Parma, in collaborazione con Comune di Parma e Agesci, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
Si rinnova, un’iniziativa volta ad onorare la memoria e l’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in vista della XXIX Giornata Nazionale, in ricordo delle vittime delle mafie che si svolgerà il 21 marzo a Roma.
La Fiaccolata si inserisce nell’ambito delle iniziative legate alla Settimana della Legalità (17 – 25 marzo). Prenderà avvio da piazzale Santa Croce per concludersi in piazza Garibaldi, per il Comune di Parma saranno presenti il Sindaco, Michele Guerra, e l’Assessore alla Legalità, Francesco De Vanna. .
Peppe Diana entrò nel 1968 in seminario ad Aversa, dove frequentò la scuola media e il liceo classico.
Successivamente continuò gli studi teologici nel seminario di Posillipo, sede della Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale.
Nel marzo 1982 fu ordinato sacerdote.
Ben presto divenne assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente anche assistente del settore Foulards Bianchi.
Il 19 settembre 1989 fu nominato parroco della parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe, suo paese nativo, per diventare poi anche segretario del vescovo della diocesi di Aversa, monsignor Giovanni Gazza.
Erano gli anni del dominio assoluto della camorra e don Peppe Diana dimostrò chiaramente e senza paura da che parte stava.
Alle 7.20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Giuseppe Diana fu assassinato nella sacrestia della sua chiesa, mentre si accingeva a celebrare la santa messa.
Un camorrista lo affrontò con una pistola, esplodendo cinque proiettili che andarono tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo.
Don Peppe morì all’istante.
Lo scritto più noto di don Peppe Diana è la lettera “Per amore del mio popolo”, un documento diffuso nel giorno di Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana: un vero e proprio manifesto dell’impegno contro il sistema criminale che, probabilmente, segnò la condanna a morte di don Peppe.