A Palermo si sta svolgendo da lunedì 18 Marzo un forum dal titolo “ peace, security & prosperity“, l’iniziativa vede la partecipazione di un migliaio di cadetti militari di diverse nazioni e il coinvolgimento di docenti universitari.con parate,alza bandiera e marce, i militari cercano di attirare l’attenzione dei giovani e degli studenti su una loro concezione di “pace” frutto dell’azione degli eserciti. Attività di protesta si sono già svolte in questi giorni.
I nonviolenti hanno fatto appello al vescovo che ha ritirato la sua partecipazione, altre iniziative sono rivolte al Provveditorato e agli enti locali. Presso l’Università è in corso un contro forum promosso dagli studenti.
Riportiamo di seguito le dichiarazioni che la Consulta per la Pace ha fatto giungere a Pressenza:
“Esprimiamo le nostre forti riserve in riferimento all’iniziativa denominata “Forum Internazionale per la Pace, la Sicurezza e la Prosperità”, in considerazione dell’attuale contesto di crescenti conflitti in Europa e in Medio Oriente. La Pace non verrà mai dalle armi e i giovani non vanno addestrati al loro uso, ma educati alla risoluzione non violenta dei conflitti. La Consulta per la Pace, chiede pertanto urgente incontro all’ufficio dell’USR , al provveditore per chiarire le modalità con cui si intende dare attuazione alla legge regionale per la Cultura di Pace (LR 11/2919), alle linee guida ministeriali “per l’educazione alla pace” del 2017, al programma nazionale la Pace si fa a scuola del 2007. Auspichiamo in tal senso l’amministrazione comunale possa dare un valido apporto costruttivo, coerente con le finalità di pace delle norme vigenti”.
Francesco Lo Cascio, portavoce della consulta per la Pace del Comune di Palermo.
Apprendo dalla stampa della quarta edizione del Forum Internazionale su pace, sicurezza e prosperità, durante il quale il pensiero di Johan Galtung, padre degli studi accademici per la pace recentemente scomparso, ha fornito degli spunti di riflessione con il suo ben noto concetto di pace positiva.
In qualità di rappresentante di Transcend international in Italia, cofondatrice dell’ istituto Galtung in Germania e come allieva diretta di Johan Galtung (che era norvegese e non statunitense come indicato dall’ Ansa e da più testate giornalistiche in questa occasione)
mi auguro che il forum sia il punto di partenza per una riflessione ad ampio raggio sulla formula della pace:
empatia x armonia
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trauma x conflitto
La formula, elaborata da Galtung nel 2010 rappresenta l’agenda per tutti coloro che vogliono occuparsi di pace e va molto oltre il concetto di “pace positiva”.
Creare la pace è un compito arduo che necessita di una comprensione adeguata della differenza tra guerra e conflitto (termini che spesso vengono contrapposti e confusi), della capacità di riconciliare i traumi del passato, trascendere i conflitti del presente ed elaborare progetti a beneficio mutuo ed equo. Per arrivare a questo risultato è fondamentale il ruolo giocato da un certo tipo di giornalismo, un giornalismo di pace, che oltre a dare, meritoriamente, risalto alla notizia di forum come questo, eviti errori grossolani e inviti a un reale approfondimento su temi quanto mai attuali e che coinvolga, in un dialogo multidisciplinare forze armate e civili.
Erika Degortes, Rappresentante di Transcend International e co-fondatrice dell’ istituto Galtung per la teoria e la pratica per la pace (Grenzach-wyhlen, Baden Wüttemberg – Germania).
In relazione al sedicente forum della pace riteniamo che vada ribadito che gli incendi non si spengano con il fuoco delle armi. Papa Francesco ci ricorda che oggi non esistono guerre giuste e anche per la legittima difesa dobbiamo imparare a percorrere il cammino della nonviolenza. Ai giovani dobbiamo prospettare un futuro in cui la forza del dialogo e della cooperazione dei popoli organizzati democraticamente siano la base di una sicurezza comune universale in ambito ONU. Noi obiettori per la difesa popolare nonviolenta ci opponiamo all’aria che tira della militarizzazione della cultura e della scuola e della reintroduzione di una mini-naja per motivi puramente ideologici. Proponiamo di rilanciare il servizio civile come strumento di una difesa alternativa a quella armata, oggi sicuramente più consona alla nostra costituzione che ripudia la guerra e quindi la sua preparazione anche con manifestazioni pseudo culturali.
Alfonso Navarra, coordinamento della campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta