Eravamo qualche decina di persone ieri al presidio proposto dal Comitato per la Liberazione di Julian Assange previsto dalle 16 alle 18,30 in Piazza della Scala davanti a Palazzo Marino, a supporto della proposta di concessione della cittadinanza onoraria a Julian Assange in discussione in quelle ore fino al risultato negativo della votazione.
La cittadinanza onoraria a Julian Assange è un gesto simbolico, ma molto importante sia a supporto della causa della sua liberazione, ma soprattutto per l’affermazione della “libertà di stampa”. Speravamo che Milano seguisse l’esempio di Napoli, Roma, Bari, Padova, Bologna, Modena e Reggio Emilia e di tanti altri Comuni italiani, ma è triste dover dire che questo non è successo; il numero dei consiglieri astenuti e assenti ha pesato negativamente sul risultato. La mozione dei Consiglieri Enrico Fedrighini (Gruppo Misto), Carlo Monguzzi (Europa Verde) e Rosario Pantaleo (Partito Democratico) per il conferimento della cittadinanza onoraria a Julian Assange è stata bocciata con 7 voti favorevoli, 12 contrari e 6 astenuti.
Julian Assange ha rivelato crimini contro l’umanità, ha esercitato semplicemente la libertà di stampa svolgendo con passione il suo dovere di giornalista per il pubblico interesse e per questo si trova in carcere da diversi anni in condizioni disumane; se venisse accettata l’estradizione richiesta dagli Stati Uniti la sua vita sarebbe a rischio.
Essere democratici vuol dire proteggere la libertà di stampa, vuol dire garantire il diritto dei cittadini all’informazione trasparente e vera, vuol dire rispettare l’articolo 21 della Costituzione Italiana e l’articolo 10 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani .
E’ triste constatare che il Comune di Milano, una città dove nel corso della storia sono avvenute tante lotte per la libertà e per i diritti, non riconosca che non può esserci democrazia se non viene garantita la libertà di informazione. Ma i cittadini non la pensano così!
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