Vogliamo tornare in mare. Dobbiamo tornare in mare.
Le immagini di orrore morte e massacri riempiono i nostri social e i media.
Le notizie di naufragi o ricatture di chi è in fuga da queste atrocità sono all’ordine del giorno ma non fanno “notizia”.
Quando non si muore sulle nostre spiagge, come successo a Cutro, è come se non si esistesse, sono numeri, sacrificabili.
Mediterranea Saving Humans nasce per questo, nasce comperando una nave la Mare Jonio, la attrezza per la ricerca e salvataggio e parte. Era ottobre del 2018.
Da quel giorno abbiamo incontrato vite in mezzo a quel mare, sorrisi, sogni e progetti di vita.
Abbiamo incontrato corpi abusati, violentati e torturati.
Ma la forza, quella era ed è incredibile, la forza del sopravvissuto, la forza di chi vuole vivere, a tutti i costi, anche a costo di perderla nel viaggio della speranza. Perché alternativa per chi decide di partire non c’è n’è.
Questa forza è contagiosa, ci ha permesso di continuare nonostante tutto. Ci ha dato la possibilità di affrontare denunce, sanzioni amministrative, sequestri della Mare Jonio, inchieste e shitstorm dei giornali amici delle procure e di chi sta al governo.
Tutto questo però ha un costo, un costo enorme. No, non è il prezzo che paga ognuno e ognuna di noi nell’affrontare le proprie vite guardate dal buco della serratura delle intercettazioni e vederle “ricostruite” a uso e consumo dei giornalacci della destra e non è nemmeno quello che forse verrà richiesto in qualche aula di tribunale.
Il prezzo da pagare, davanti a tutto questo è la difficoltà sempre maggiore a reperire le risorse per tornare in mare.
Questo è un prezzo che viene pagato con la vita di qualcuno che quel mare lo sta attraversando e questo noi non riusciamo ad accettarlo.
Ripartire significa affrontare nuove denunce, inasprire le inchieste che ci riguardano e disobbedire al senso di morte che sembra ineluttabile.
Ma non possiamo farne a meno. Dobbiamo e vogliamo farlo.
Abbiamo bisogno di soldi. La Mare Jonio non è mai stata così pronta, scalpita per ripartire, l’equipaggio c’è, è preparato e osserva il mare dalla banchina del porto di Trapani.
Dobbiamo fare il gasolio, comperare i kit necessari agli eventuali naufraghi che possiamo incontrare, i farmaci, riempire la cambusa. Questo è possibile solo se tante e tanti decidono che si riparte assieme, che le risorse le troviamo assieme, nessuna cifra è troppo poco e tutto serve a ripartire.
Vogliamo tornare in mare! Dobbiamo tornare in mare! Ancora una volta, in maniera ostinata, assieme.