Il 2023 conferma che il fenomeno della pedopornografia online è su scala mondiale e che nessun continente risulta immune. Per internet non esistono confini geografici e la rete continua ad essere terra di nessuno, landscape indefinito e senza limiti in cui la criminalità può agire quasi indisturbata. La pedocriminalità risulta oggi più di ieri strutturata e ben organizzata con il deep web e il dark web (la parte nascosta di Internet), uno spazio libero in cui le associazioni a delinquere di tutto il mondo espandono i loro traffici. E così i fenomeni illeciti si spostano in queste free zone incontrollabili in cui l’intervento delle polizie di tutto il mondo risulta difficoltoso. E’ quanto si legge nel Rapporto 2023 presentato di recente dall’associazione Meter Ets (https://associazionemeter.org/), dal titolo “La sfida contro la pedocriminalità non è un gioco”.
A guidare la classifica mondiale per il numero di domini sono gli Usa con 613 indirizzi verificati e segnalati, seguiti da Filippine (215 segnalazioni) e Montenegro (93). Sono 5.745 i link denunciati quest’anno, e molto materiale viene smerciato attraverso il deep o dark web (siti che non vengono indicizzati dai motori di ricerca tradizionali), “al quale – si legge nel Report – è possibile accedere in piena riservatezza utilizzando il browser Tor, con la certezza di operare senza essere identificati”. L’Osmocop (Osservatorio mondiale contro la pedofilia) di Meter ha segnalato 2.110.585 foto, 651.527 video e 1.260 cartelle compresse. Dal 2002 ad oggi Meter ha segnalato in totale 225.316 link. Nell’anno 2023 Meter ha denunciato 237 chat, profili e gruppi sui social network e sulle app di messaggistica istantanea in cui avveniva lo scambio di materiale pedopornografico, in aumento rispetto al 2022, quando risultavano 146. E sono stati denunciati alla Polizia Postale italiana, congiuntamente ad altre Polizie estere e agli stessi gestori dei servizi: 186 pagine e gruppi Facebook, 28 gruppi WhatsApp, 21 chat e gruppi su Telegram, 1 profilo Instagram e 1 profilo TikToK. Il 15-20% del materiale pedopornografico (foto e video) segnalati sono di minori portatori di disabilità.
Meter nel 2023 ha segnalato 1.260 cartelle compresse RAR, con all’interno una quantità enorme di materiale. È facile immaginare quanto sfuggente e incalcolabile sia il fenomeno e soprattutto quante vittime miete. “Ricordiamo – si sottolinea nel Rapporto – che dietro ai numeri ci sono bambini, non degli attori, le scene riprodotte non sono finzione filmica, ma reportage di una realtà dilagante, in crescita esponenziale e con guadagni da capogiro. La criminalità che sta dietro al fenomeno, produce e vende il materiale pedopornografico con un ingente riscontro economico, prova ne è il fatto che esistono categorie di interesse, gallery appositamente create per stuzzicare l’interesse dell’utente perverso. Attraverso vere e proprie “strategie di mercato” viene sondato il reale interesse degli utenti al fine di produrre materiale coerente alla richiesta, per ottenere maggiore profitto. Gli utenti possono liberamente esprimere le loro preferenze votando la loro categoria preferita. Un orrore senza fine.”
“Si evidenzia che frequentemente – si legge nel Rapporto – i minori coinvolti si auto riproducono durante pratiche sessuali – spesso in ambiente domestico (in cameretta, in bagno) – e mostrano la propria nudità in video e foto che poi vengono condivisi all’interno di gruppi privati sui social. Non di rado, lo scambio avviene previa “ricompensa” economica, cioè il minore viene spinto a immortalare il suo corpo in immagini e video per i quali riceverà un compenso dall’adulto che ne fa richiesta. Queste pratiche evidenziano l’ipersessualizzazione dei minori e la percezione distorta della sessualità, con la conseguente perdita del valore del proprio corpo ridotto a mero oggetto sessuale.”
Preoccupa il fenomeno della Pedomama, ossia l’abuso sessuale femminile compiuto da donne e madri anche a danno di neonati e aumentano i filmati pedopornografici con presenza di animali, soprattutto cani. L’abuso su minori riguarda soprattutto maschi adolescenti, in video autoprodotti, con violenze anche in gruppo. La preferenza sia delle foto che dei video è per la fascia d’età 8/12, per un totale di 3.873 link monitorati (1.649.946 foto, 558.172 video totali). Seguono la fascia 3/7 con 1.708 (458.223 foto, 93.151 video), e a chiudere quella 0/2 anni con 304 (383 foto, 173 video).
Nel 2023 il Centro ascolto e di prima accoglienza per le vittime di abuso dell’associazione (l’accoglienza e l’ascolto avvengono anche tramite il numero verde 800 455 270), che in più di 20 anni ha accolto 31.585 telefonate e 2.413 consulenze presso la sede nazionale, ha accolto 220 richieste di tutela dei minori, tra cui 67 casi per rischi online (27 casi di sicurezza online, 20 adescamento online, 17 pedopornografia, 2 dipendenza da internet, 1 cyberbullismo con il coinvolgimento di 11 minori); 52 per abusi su minori (26 abusi sessuali, 18 abusi sessuali nel passato, 3 abusi psicologici, 2 violenze assistite e 2 abusi minore-minore, 1 maltrattamento). Mentre sono oltre 25mila i docenti, gli studenti e i familiari incontrati nel 2023 dai professionisti di Meter per progetti di ricerca e collaborazioni scientifiche su educazione a sicurezza online, neuroscienze, diritto, età evolutiva e tematiche legate agli abusi: pedopornografia online, cyberbullismo, sexting, sextortion, grooming, body shaming.
Come scrive Don Fortunato Di Noto nell’introduzione: “L’abuso sessuale sui minori è un fenomeno trasversale e complesso e l’azione di prevenzione generale della pedocriminalità rimane lo strumento più efficace per affrontare le sfide che emergono sia dal Report Meter sia dall’opera di tutela e di messa in sicurezza di bambini e ragazzi; una realtà sempre più concreta e operativa. Un sogno è quello che si presenta spesso nelle notti di buio e di angoscia: non pubblicare più alcun numero che racconti la violenza perpetrata sull’innocenza.”
Qui il Rapporto: https://associazionemeter.org/wp-content/uploads/2024/03/report_meter_2023_web.pdf.