Gli Stati Uniti sono stati messi all’angolo. Israele è isolato e diventerà, se non ascolterà il richiamo delle diplomazie internazionali, un paese canaglia. Il Consiglio di Sicurezza, per la prima volta, ha votato una risoluzione per il cessate il fuoco. Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e l’astensione degli Usa, si “chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti, che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle esigenze mediche e umanitarie”.
La Russia ha proposto di aggiungere una frase per rendere il cessate il fuoco permanente, ma la richiesta è stata respinta. Il delegato algerino Ammar Ben Jami’ ha dichiarato: “Questo è un messaggio alla popolazione di Gaza: la comunità internazionale non li ha abbandonati e sente le immense sofferenze che stanno patendo. Vogliamo che la Palestina diventi un membro a pieno titolo delle Nazioni Unite”.
Dal governo israeliano è arrivata una reazione rabbiosa. Netanyahu ha bloccato la partenza di una delegazione che doveva discutere a Washington dell’offensiva su Rafah. Il premier israeliano è arrabbiatissimo per l’astensione USA, che lo ha messo a nudo di fronte all’opinione pubblica mondiale.
Spagna, Malta, Slovenia e Irlanda hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina, anche se l’UE non dovesse muoversi in quella direzione. La proposta del governo Sanchez sarà sottoposta al Parlamento di Madrid, con una procedura che dovrebbe concludersi entro l’anno. L’annuncio ha suscitato una reazione israeliana fuori da ogni controllo, con l’accusa ai quattro Paesi di ostacolare ogni soluzione negoziale tra le parti. Negoziati che i vari governi israeliani di destra hanno sempre svuotato dal loro significato o peggio ancora ostacolato.