Articolo “sarcastico” su possibili caratteristiche patologiche nella nostra travagliata evoluzione
Nel titolo utilizzo una fittizia catalogazione antropologico-scientifica (appoggiandomi a una terminologia che verrà sicuramente vagliata sotto la “lente” del nuovo vocabolario gender-correct) per delineare a veloci pennellate i tratti di un passo evolutivo intermedio che rischia, da me in primis, di essere valutato frettolosamente ed incorrettamente patologico, in linea con una tendenza dell’epoca a incasellare pressochè ogni aspetto del fenomeno umano all’interno del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, meglio conosciuto come DSM. Mi candido dunque come critico e come prima vittima della stesso tipo di definizione, in linea con i tratti di questa tipologia umana che mi appronto a definire… che i posteri (in qualsiasi forma si manifestino) mi possano leggere (?) con infinita compassione….
Siamo entrati nell’orizzonte degli eventi di questa prima grande civilizzazione che, da curvi progenitori presumibilmente ciondolanti da rami di baobab, a quanto ci dicono i meglio informati, si appresta a innestare e conservare in esseri ibiridi biotecnologici, se va bene, altrimenti direttamente in futuristiche RAM il “succo” della nostra essenza per continuare in meglio ciò che noi abbiamo finora portato avanti. Che i grandi spiriti di Asimov e di Frank Herbert ci proteggano!
Ora, come rappresentante di questa tipologia umana di passaggio, oscillo tra l’ebbrezza di assistere all’affacciarsi di un nuovo essere transumano, il sospetto di inestricabili complotti neo-massonici e l’ingenua perplessità sul procedimento di “rottamazione” dell’essere umano, eseguito senza averne finora carpito la vera essenza e le vere potenzialità e sopratutto le vere necessità, in linea con il neo-economicismo che per non poter più consumare fuori alla fine consuma se stesso: sicuramente siamo nella patologia schizofrenica, dove guardandoci allo specchio come tanti Robert De Niro/ Travis Bickle (Taxi Driver), ci chiediamo minacciosamente:”Ma dici a me?! Ma con chi credi di parlare tu?”, prima di estrarre la fatidica pistola.
Dando per risolta la natura “patologica” del nuovo venuto…. Un essere neomillennial egli stesso già un ibrido, o meglio un frettoloso innesto (per logici motivi dettati dalle contingenti leggi del mercato) del corredo genetico di una “nuova sensibilità”, con caratteristiche biopsicologiche (spirituali?) di profonda avversione a qualsiasi forma di violenza, all’interno dell’impianto codificato dell’homo darwin-capitalistico-trasmutante, che avanza al grido:” ne rimarrà solo uno! E quell’uno sarò sicuramente IO!”: il risultato è un essere con una spiccata tendenza a salvaguardare se stesso attraverso la guerra costante con il se medesimo, un autocontenimento (o stallo messicano secondo alcuni film di Quentin Tarantino) dove alla fine non si capisce chi è l’infermiere e chi è il paziente, e mi verrebbe da dire meno male, perché in questa fase l’improvvisazione e il colpo da scacco matto di “una parte sull’altra” ci avrebbe già fatto scivolare nella dissoluzione totale, dove abbiamo rischiato già diverse volte nel secolo scorso di scivolare (avessimo avuto la tecnologia odierna!) …
Quindi parliamo di qualcosa che viene da molto lontano, sicuramente di ancora più lontano degli incubi di Mary Shelley in quella gelida estate sul Lago di Ginevra…
Ma visto che viaggiamo veloci in un epoca di bit e frame, il tempo a mia disposizione sta già esaurendosi e così devo avviarmi un po’ crudelmente a delineare i “sintomi” di questo problematico, nonché transitorio, esemplare dell’evoluzione umana senza averne opportunamente e responsabilmente fondamentato le basi scientfiche della sua ipotetica genesi: imperdonabile!
Nel fare questo sarò possibilmente, seppure un po’ infantilmente “fenomenologico”, delineando posture, mantra epocali che generano situazioni, passate recenti e future, che lascio a voi immaginare. Mi appoggerò per questo ad un documento di cui ho avuto la fortuna di entrare in possesso (e se qualcuno contestasse l’esistenza di questo documento, gli risponderei semplicemente che allora bisognerebbe inventarlo) chiamato genericamente “il Protocollo”, contenente formulazioni di taciti comandamenti per il XXI secolo:
1) bisogna fare la Guerra a chi non vuole la Pace;
2) bisogna salvare il pianeta dall’essere umano, sennò l’essere umano non potrà viverci
3) La democrazia deve essere protetta da chi la pensa diversamente da chi decide democraticamente (cioè in modo protetto da chi la pensa diversamente) in uno stato democratico
4) bisogna salvaguardare i diritti umani inalienabili, specialmente da chi non se li merita o da chi non se li può permettere;
5) bisogna garantire l’inclusività in ogni ambito, escludendo chi non si vuole includere in ciò che bisogna fare per non essere esclusi;
6) Bisogna non discriminare, discriminando chi discrimina e mentre lo si fa bisogna stare attenti a non discriminare chi discrimina un discriminatore
7) Bisogna entrare in un mondo solidale, quindi bisogna limitare la libertà, in quanto egosimo, altrimenti non si potrà essere solidali, perché è ovvio che si è solidali quando, non perseguendo la libertà per sé e per gli altri, ci si aiuta a vicenda a essere solidali (questo punto a volte si suole sintetizzare, per i più perspicaci, nella parola “resilienza”)
8) Bisogna difendere l’identità di genere convincendo le persone che non hanno nessuna identità di genere, quindi bisogna difendere l’identità di chi dice di non avere una identità, solo così si può affermare la propria identità (se poi hai una crisi d’identità non ti preoccupare, allora sei disforico, così l’identità te l’abbiamo trovata, e ti curiamo pure)
9) bisogna trattare l’uomo come un animale tratterebbe un altro animale, o se volete come un animale, se fosse uomo, trattererebbe un uomo, se fosse un animale, quindi un uomo. (questo nono punto, alla pari del secondo, a volte è escluso da queste formulazioni perché si pensa che sia destinato ad essere una istruzione per le A.I)
10) La Scienza è Verità, non avrai altra verità all’infuori di Lei (e non serve, anzi non si deve, aggiungere altro).
Questi sono i mantra dell’Homo Skizofrenicus: ora il dibattito si potrebbe spostare, se perdessimo un attimo il filo del discorso, sulla questione se questo valga solo per i maschi eterosessuali di retaggio patriarcale (se poi in realtà non si trattasse di una questione di ordine genetico, o quando non si conosceva la genetica, di questione religiosa, come all’epoca lo fu per le donne vinte dal serpente dell’albero della Vita); ma non lo farò. Rimarrò volutamente ignorante sulla materia cosiccome, da degno rappresentate del nuovo passo evolutivo, su altri fastidiosi temi quali: cosa è un essere umano? Quale è il senso della vita? Da dove veniamo e dove stiamo andando? al passare della mia vita, cresce in me la felicità o la sofferenza? Con la mia morte si perpetuerà la solitudine? ma credo che un tutorial su youtube o una “reaction” su tik-tok potrà darmi qualche risposta, e se ho più tempo anche una serie su Netflix, e sennò un bel tranquillante o una bella bevuta e si pausa per un po’ la Paura, vero metronomo dell’Homo Skizofrenicus.
N.d:A.1 ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente intenzionale.
N.d.A 2 definendosi articolo “sarcastico”, non affidandosi a basi scientifiche accreditate e non riferendosi a fonti certe, vien da se che la pretesa di riferirsi a persone o fatti realmente accaduti decada e l’articolo sia equiparabile dunque a un racconto di fantasia
N.d.A 3 essendo classificabile infine come un “articolo di fantasia”, si deduce per l’autore e il suo editore la possibile futura irrilevanza dalla fattispecie di reato di disinformazione