Francesco: il disarmo è un dovere morale.
Nel dopo Angelus il Papa chiede alla “grande famiglia delle Nazioni” il coraggio di “passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia”
Francesco ha appena letto con voce provata dalla bronchite una lunga pagina per implorare l’ennesimo “basta” alla guerra che sta distruggendo Gaza pezzo a pezzo quando – legando come sempre al conflitto in Medio Oriente la tragedia nella “martoriata Ucraina, dove ogni giorno muoiono tanti” e “c’è tanto dolore là” – approfitta della ricorrenza, della seconda Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione per riaffermare, il suo “no” senza eccezioni alla corsa agli arsenali, appello che la voce indebolita fa risaltare nella sua fermezza.
“Quante risorse vengono sprecate per le spese militari che, a causa della situazione attuale, continuano tristemente ad aumentare! Auspico vivamente che la comunità internazionale comprenda che il disarmo è innanzitutto un dovere: il disamo è un dovere morale. Mettiamo questo in testa.”
Il Papa: preghiera e fraternità per costruire un mondo che sia “casa” e non un “mercato”. L’equilibrio della fiducia.
E oltre che alla testa Francesco si appella al cuore, indicando quale sia il valore su cui il pianeta deve puntare se intende riscoprire una sicurezza basata sulla concordia piuttosto che quella fragile controllata dalle armi.
Questo richiede il coraggio da parte di tutti i membri della grande famiglia delle Nazioni di passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia.
Tra i saluti ai vari gruppi presenti in Piazza San Pietro, uno in particolare il Papa lo rivolge ai giovani ucraini convocati dalla Comunità di Sant’Egidio sul tema “Vinci il male con il bene. Preghiera, poveri, pace”. “Cari giovani – conclude – grazie per il vostro impegno a favore di chi più soffre per la guerra”.