A seguito dell’ordine di fermo amministrativo ricevuto ieri dalla Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere (MSF), abbiamo fatto ricorso al Tribunale Civile di Massa contro questa ingiusta decisione.
Qui la dichiarazione di Juan Matias Gil, capomissione delle attività di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere (MSF) ⬇️
“Questo fermo amministrativo è l’ultimo esempio dell’ipocrisia dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che stanno facendo di tutto per punire coloro che sono coinvolti nelle attività di ricerca e soccorso, mentre sono essi stessi complici dei violenti respingimenti di migliaia di persone in Libia ogni anno. Più volte le autorità italiane ci hanno chiesto di coordinare i soccorsi con la guardia costiera libica, pur sapendo bene che la Libia non è un luogo sicuro e che riportare in Libia le persone in difficoltà in mare è un reato.
Negli ultimi anni, le organizzazioni non governative sono state attaccate e criminalizzate dai governi europei, compresa l’Italia. Questo comportamento è una cinica tattica politica per impedire a tutti i costi l’arrivo di persone sulle coste europee. Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di MSF, ha sempre operato nel rispetto del diritto marittimo internazionale. Abbiamo fatto ricorso al Tribunale di Massa contro questo fermo ingiusto e che non fa altro che mettere a rischio ulteriori vite in mare. Ancora una volta, sono le persone che tentano di fuggire dalla Libia a pagare il prezzo più alto mentre all’ennesima nave di ricerca e soccorso viene impedito di salvare vite in mare”.