Insieme. Dall’Isolamento all’aggregazione rivoluzionaria. L’incontro di un Movimento Sociale con le realtà locali.

Partecipato incontro alla Sala Murialdo a Viterbo. 100 persone non sono poche, di domenica, parlando di temi non usuali, seduti ad ascoltare esponenti di un Movimento Sociale che vuole esprimere concetti strutturati e non slogan. Complimenti, sopratutto ai partecipanti che mostrano di non essere tutti dei semplici “smart consumer” occasionali.

La politica di una nuova umanità

Darsi Pace, Movimento ideato da Marco Guzzi mi ricorda le mie esperienze in 30 anni di Movimento Umanista, e in un epoca di grande frammentazione è meritorio il tentativo di creare qualcosa di strutturale e di coesionante in questo contesto attuale (e che parla apertamente di Rivoluzione). Tanto più me lo ricorda per il suo tentativo di promuovere una simultanea o concomitante trasformazione a livello personale e sociale.

E’ stato un incontro/presentazione, durato un  paio di ore, all’interno di quelle che loro chiamano “Le feste della nuova umanità”, che si sono svolte e si svolgeranno in giro per l’Italia. Una serie di eventi che seguono la campagna di sottoscrizione della “Carta di una Nuova Umanità” da loro promossa.

“Dall’individualismo alla Comunità” e’ stato il tema del primo intervento dopo il discorso di benvenuto e di introduzione.  Si presenta all’uditorio la questione dell’accelerazione vorticosa, della frammentazione sociale e dell’isolamento individuale. Sorge una inquietudine esistenziale che cerca di essere sviata attraverso i social verso aspetti periferici.  Sorge quindi una “chiamata” rivolta a tutti su che tipo di risposta o di inazione (che è sempre un’azione) si vuolie dare a tutto ciò.  Si parlal di “corrispondere “ con il mondo, in un “asse di risonanza verticale”, cioè  all’altezza delle sfide di questi tempi e verso ciò che si va scoprendo come “l’essenziale” per la propria vita e quella degli altri.

Si cita l’ultimo rapporto Censis che definisce gli italiani affetti da sonnambuliamo profondo , tipico di un individualismo “da ultimo stadio”, chiuso in una estrema dimensione privata.

Si propone un lavoro di trasformazione personale, una riscoperta dei “miti essenziali” del passato, dei simboli e dei significati vivi che essi ancora celano e tramandano, una nuova linfa che dall’interno spinge per rilanciare l’azione umana e promuovere un risveglio interiore.

Dal Sonnanbulismo al Risveglio interiore

In un successivo intervento si parla di uno stato di ordinaria frammentazione e dell’affermarsi di una personalità “egoica-bellica”, una scissione all’interno degli individui e dei gruppi umani. Penso una cosa, ne sento un’altra e ne faccio un’altra ancora. La proposta dunque è la ricerca dell’Unità Interiore, della personalità integra.

Per fare questo bisogna uscire dai canoni cartesiani della estremo approccio razionale e analitico, che rende irrilevante l’interiorità umana. In questi ultimi secoli questa mentalità ha favorito un grande progresso scientifico, sociale e tecnologico, ma ha installato anche una forma mentis che, citando F. Capra ha avuto come conseguenza la seprazione dell’uomo dal mondo, che si sente isolato nel suuo corpo; la vita si svolge in compartimenti separati, sia esternamente che interiormente. I problemi personali al massimo si curano dallo psicologo. Quindi concludono che divisi ci si sente più ricattabili, manipolabili.

Una meditazione finale

Si propone una meditazione finale, dove il pubblico ad occhi chiusi segue un percorso di relax interno e di lavoro con il respiro e il flusso di coscienza e quindi entrare brevemente in contatto con una sé più profondo.

Tutto questo presentato all’interno di un percorso che Darsi Pace propone per sperimentare “l’integrità” coscienza/mondo. Si propone un percorso esperienziale condiviso, come base della Rivoluzione Pacifica proposta dal Movimento.

L’incontro con le realtà locali

Parte integrante dell’incontro (anche se a mio parere un po’ troppo contingentata in tempi stretti e un po’ “relegata” all’interno di un contesto di “piccole realtà spontanee” in confronto all’organicità promossa da Darsi Pace, cosa che personalmente, partecipando in molti dei contesti locali presentati, secondo me non corrisponde alla reale essenza e traiettoria di queste realtà, molto più ampie e significative di quello che sono state giudicate dai relatori di Darsi Pace) sono stati alcuni interventi di presentazioni di realtà territoriali (e non solo) come il Comitato “Viterbo Insieme”, che agisce a livello culturale e sociale, La “Rete Sociale Tuscia” e la Comunità di Sostegno all’agricoltura dell’OrtoInfesta, la Rete di Scambi Orizzontali “RISO” (attivo in tutta Italia) e la “Terra dei Bambini” che promuove l’istruzione parentale e l’educazione Nonviolenta. Tutte realtà autonome ma collegate e solidali tra loro, che costituiscono un patrimonio prezioso, alcune di loro nate in risposta alle restrizioni e alla politica pandemica, che stanno creando alternative esperienziali pratiche di comunità e condivisione.

Comunque un bel pomeriggio di scambio e di riflessioni, di cui ringrazio in primis per l’invito Marco Santoni, responsabile territoriale di Darsi Pace.