E’ stata emessa nella serata di ieri la sentenza della Corte d’Appello di Venezia che riconosce le responsabilità di tre dirigenti della Marina Militare per la morte di Mauro Battistini e Costantino Grasso, uccisi dal mesotelioma pleurico, contratto lavorando per decenni sulle navi e nei cantieri navali della Marina Militare. Condannato per omicidio colposo a un anno e tre mesi Agostino Di Donna e a un anno Angelo Mariani e Guido Venturoni, oltre al risarcimento e al pagamento delle spese processuali per gli eredi e per le parti civili: tutti e tre hanno svolto ruoli di garanzia nelle posizioni apicali della Marina Militare, nel periodo in cui gli sfortunati lavoratori prestavano la loro attività lavorativa, in navi e strutture cantieristiche “piene di amianto”, dal 1983 in poi.
“Finalmente un altro importante riconoscimento della Giustizia del nesso fra l’esposizione alle polveri di amianto e le responsabilità di chi svolgeva ruoli apicali nella Marina Militare”, ha dichiarato Laura Mara, avvocata di Medicina Democratica, AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto e AFEA, Associazione Famiglie Esposti Amianto, parti civili nel cosiddetto Processo Marina 2.
La sentenza della Corte d’Appello di Venezia, I Sezione Penale, è arrivata a 8 mesi di distanza dalla sentenza di annullamento e rinvio a giudizio alla stessa Corte d’Appello, in altra composizione, emessa dalla IV Sezione Penale della Corte di Cassazione, emessa il 6 luglio 2023, che aveva confermato la condanna definitiva a due anni di reclusione dell’Ammiraglio Agostino Di Donna, riconosciuto responsabile della morte del meccanico navale Giovanni De Martino, deceduto per carcinoma polmonare dopo 36 anni di servizio sulle navi della Marina Militare. Ricordiamo in particolare che Di Donna era stato dapprima Direttore Generale MARISPESAN, ovvero l’Ispettorato di Sanità’ della Marina Militare dal 01.01.1983 al 31.12.1987, poi Direttore DIFESAN, la Direzione Generale della Sanità Militare dal 01.01.1988 al 31.12.1990.
Mauro Battistini aveva lavorato come aggiustatore meccanico sulle navi della Marina Militare dal 1981 al 1996 mentre Costantino Grasso, oltre che come marinaio di coperta, aveva lavorato nell’arsenale militare di La Spezia, dal 1982 al 2005. “ La Corte d’Appello di Venezia ha lavorato molto bene – nell’affrontare questi casi specifici – ha aggiunto Laura Mara- e da questa sentenza scaturiscono elementi giurisprudenziali di grande rilevanza per la casistica sterminata di malati e morti di amianto: la battaglia è tutt’altro che finita, ma abbiamo elementi nuovi per affrontare tante altre vicende processuali per vittime di amianto in corso in diversi ambiti e tribunali”.