Per la terza volta in pochi mesi il capoluogo regionale delle Marche ha visto scendere in piazza centinaia di persone per esprimere la propria solidarietà al martoriato e massacrato popolo palestinese.
Ad ottobre, a poche settimane dall’inizio dei bombardamenti su Gaza, la comunità palestinese aveva indetto un sit-in nella centrale Piazza Cavour, poi trasformatosi in un breve corteo di qualche centinaia di persone; alcune settimane fa, come accaduto in diverse città italiane, un altro sit-in sotto la sede Rai delle Marche aveva protestato denunciando il modo grave con cui l’informazione pubblica sta trattando la nuova terribile escalation del conflitto israelo-palestinese, in particolare in certe trasmissioni di “intrattenimento”, dove la parola pace o genocidio sono messe fuorilegge. E ieri un altro importante appuntamento, sicuramente il più rilevante. Del resto anche nelle Marche in questi mesi sono state innumerevoli le iniziative a sostegno del popolo palestinese.
Tra le tante da citare quella di una settimana fa, sabato 24 febbraio a Senigallia, dove il Centro sociale Arvultura e le associazioni culturali “Factory” e “Grancetta” hanno organizzato una serata per raccogliere fondi da inviare a Gaza tramite l’associazione “Gaza freestyle”. Alla fine, al netto delle spese, è stata raccolta la ragguardevole cifra di 1.400 euro.
Tornando alla manifestazione di ieri la riuscita è andata oltre le più ottimistiche previsioni. Indetta dai Centri sociali delle Marche, con la bella e numerosa partecipazione tra gli altri della comunità locale palestinese locale, è partita dalle centrale Piazza Roma, per due ore e mezzo ha attraversato il centro cittadino al grido di “Palestina libera!”. Ottenere l’autorizzazione a un simile percorso non è stato facile, ma evidentemente i fatti di Pisa e l’importante presa di posizione del Presidente della Repubblica hanno consigliato la Questura di evitare assurdi divieti.
Dunque un serpentone inizialmente di alcune centinaia di partecipanti, tanti i giovani a partire dalla comunità palestinese che apriva il corteo, ha visto ingrossare le proprie fila, fino a raggiungere un migliaio di presenze. Tanti gli interventi che hanno denunciato il massacro in atto, arrivato letteralmente a fare morire di fame con un assedio criminale da parte del governo e dell’esercito israeliani l’intera popolazione di Gaza, bloccando sostanzialmente gli aiuti e da giorni attaccando anche le centinaia di migliaia di persone asserragliate al valico di Rafah, dove pochi giorni fa i militari israeliani hanno ucciso un centinaio di palestinesi che tentavano di procurarsi un po’ di cibo.
Giunti all’altezza del Comune, il cui sindaco di Forza Italia qualche giorno dopo il 7 ottobre aveva esposto la bandiera israeliana, poi fatta sparire mano a mano che andava avanti la mattanza a Gaza, si è tentato di appendere la bandiera palestinese sulla grata del cancello chiuso dell’accesso centrale al palazzo. La celere non ha permesso neanche questo gesto simbolico e ne è nato un piccolo parapiglia, ma senza nessuna conseguenza. Come è stato gridato, la bandiera palestinese fa paura…
Il corteo si è concluso alle 19 con altri interventi e una danza dei giovani palestinesi, spiegando prima che non c’è nulla da festeggiare, nonostante oggi sia iniziato il Ramadan, ma per dimostrare che anche con il ballo si può esprimere la voglia di resistenza, la voglia di continuare a lottare e di vivere.