Il viaggio di Blinken in Medio Oriente è arrivato al capolinea a Tel Aviv. Le speranze della Casa Bianca di abbellire l’immagine elettorale di Biden si sono infrante sulle rigide determinazioni di Netanyahu di continuare la carneficina a Gaza. Nella conferenza stampa non ha potuto fare altro che constatare, senza ammetterlo esplicitamente, il fallimento del tentatico di convincere il premier israeliano a mettere fine all’aggressione. Blinken ha detto che le trattative per i prigionieri continuano e la risposta di Hamas può condurre alla liberazione degli ostaggi; e poi ha divagato sulla missione di un’equipe dell’ONU nel nord della Striscia di Gaza per valutare la ricostruzione. Una fuga in avanti schizofrenica che non vede la realtà delle distruzioni che sono in corso.

Nell’incontro con il presidente Abbas a Ramallah, Bliken ha sottolineato gli aspetti umanitari dell’intervento USA, riducendo di fatto la questione palestinese ad un problema di profughi.

La debacle della missione risulta più esplicita alla luce delle dichiarazioni saudite che smentiscono le sue affermazioni sulle positive risposte di Riad al riconoscimento di Israele. Un comunicato ufficiale dell’ufficio di Mohammed Bin Salman afferma che “non ci sarà nessun riconoscimento di Israele prima della nascita di uno Stato palestinese nei territori occupati con capitale Gerusalemme”.