“Basta con la conta dei morti per l’ennesima, insopportabile strage sul lavoro, come questa di Firenze, che ha provocato la morte di tre operai e, al momento, non sappiamo ancora se ne dovremo contare altri“, ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica. “Via via che emergono i particolari relativi al crollo del cantiere – ha aggiunto – appare con drammatica chiarezza che quanto accaduto sia dovuto alla mancata attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste dalla normativa vigente, in particolare in merito alla sicurezza dei cantieri. Esprimiamo la nostra solidarietà e profondo cordoglio alle vittime e il nostro impegno nella lotta contro le inadempienze in materia di sicurezza sul lavoro anche con le iniziative della nostra Sezione Familiari Vittime del Lavoro, costituita proprio a Firenze il 12 ottobre dello scorso anno, che si mette a disposizione per un sostegno concreto per le vittime e i loro familiari. “
Di fronte a una tale tragedia, la cui portata in termini di vite umane, di gravi lesioni e sofferenze, è ancora purtroppo da verificare, va ribadito e verificato se sono stati rispettati i criteri previsti: le modalità di realizzazione di strutture edili nella realizzazione di edifici sono puntualmente indicate, sia nelle norme tecniche (a partire dalla loro progettazione), sia nelle norme in materia di sicurezza, che richiedono altresì l’apporto di tutte le figure della sicurezza, dal committente al coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, ai datori di lavoro delle imprese fino ai lavoratori.
Tutto questo andrebbe garantito da idonee attività di vigilanza, in particolare da parte dei tecnici della prevenzione delle ASL, categoria falcidiata dalla riduzione del personale e mancate assunzioni, tanto per i medici quanto per gli infermieri e le altre figure sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale.
“Ogni infortunio- ha inoltre dichiarato Gino Carpentiero, responsabile Sezione Familiari Vittime del Lavoro – segnala il fallimento di questo sistema, non per carenze nelle modalità di approccio ma per la mancata attuazione di quanto chiaramente previsto dalle norme. Come Medicina Democratica, confermiamo, come da decenni, l’impegno per l’affermazione di una giurisprudenza che tenga conto dei diritti delle parti offese nell’ambito della più generale politica di prevenzione per eliminare infortuni e malattie professionali. Siamo stati e siamo in processi come quello Eternit, Solvay, per il crimine ferroviario di Viareggio, per molti processi per l’esposizione all’amianto, e faremo quanto possibile per sostenere le vittime anche di questo evento e segnaliamo per i contatti i seguenti indirizzi: vittimesullavoro@virgilio.it; segreteria@medicinademocratica.org