Leader religiosi, attivisti e artisti si recheranno in pellegrinaggio dal 14 al 21 febbraio 2024, partendo dall’Independence Hall di Filadelfia, in Pennsylvania, fino ad arrivare alla Casa Bianca di Washington, per chiedere al Presidente Biden di porre fine alla guerra in Palestina.

Il pellegrinaggio, all’insegna del messaggio di pace, interesserà diverse città e Stati. Il cammino, che è iniziato mercoledì 14 febbraio a Filadelfia, coprirà una distanza totale di 220 chilometri, passando per Chester, Wilmington, Newark, Havre de Grace e Joppa, prima di arrivare il 19 a Baltimora. Infine, dopo aver attraversato Laurel, i pellegrini entreranno il 21 a Washington.

Tra gli organizzatori sono presenti organizzazioni di diverse confessioni e culture, come Faith for Black Lives, National Council of the Churches of Christ in the USA, Rabbis for Ceasefire, Hindus for Human Rights, The Pennsylvania Chapter of the Council on American-Islamic Relations (CAIR-Philadelphia), assieme ad altre decine di associazioni aderenti all’iniziativa.

Nel loro manifesto i partecipanti dichiarano: “Mossi dalla nostra coscienza, ci siamo uniti per affrontare la tragedia in atto a Gaza, dove il bilancio delle vittime ha superato i 24.000 morti: il bilancio giornaliero delle vittime a Gaza è più alto di qualsiasi altro grande conflitto del XXI secolo”.

Rivolgendo un appello accorato alla coscienza pubblica, aggiungono: “Mentre continuiamo a piangere la perdita di vite innocenti israeliane del 7 ottobre, crediamo fermamente che rispondere con altra violenza alla violenza attuale non sia una soluzione.

Pertanto esortiamo il presidente Biden e il Congresso a fermare i finanziamenti per le armi a Israele e a indirizzare, invece, gli sforzi verso un aumento degli aiuti umanitari alla Palestina”.

L’appello si conclude con una frase molto significativa: “È nostra responsabilità collettiva intercedere per una soluzione pacifica e difendere i principi di giustizia e compassione. Sta a noi decidere se seminare la nonviolenza oggi o se raccogliere la distruzione domani”.

Traduzione dallo spagnolo di Maria Sartori. Revisione di Thomas Schmid.