Dal 2014, più di 22.000 persone hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo centrale. Non restare a guardare, firma la nostra petizione rivolta ai leader europei!
Il 2023 è stato l’anno più letale dal 2017, con 2.500 morti e dispersi (dati OIM). Secondo i dati dell’UNHCR, gli arrivi registrati nel 2023 sono aumentati del 50% in Italia, del 91% in Spagna e del 226% in Grecia, in confronto al 2022. Gli arrivi in Europa via mare hanno rappresentato oltre il 97% del numero totale.
Il diritto internazionale impone agli Stati e ai naviganti il dovere di soccorrere e assistere le persone in pericolo in mare, indipendentemente dalla nazionalità, dallo status o dalle circostanze in cui si trovano. È ora di porre fine a questa continua infrazione del diritto marittimo e delle convenzioni umanitarie che causano le morti. Fermiamo gli attacchi contro chi, come noi, non fa altro che colmare il vuoto di soccorsi lasciato dagli Stati!
È evidente che le politiche messe in campo dall’UE per fermare le partenze non solo non hanno funzionato, ma hanno causato un nuovo aumento dei naufragi e delle morti in mare. Lo stesso Parlamento Europeo, nella risoluzione non legislativa 2023/2787[1] come anche la Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, nel rapporto[2] dello scorso novembre successivo alla sua visita in Italia, hanno evidenziato nel dettaglio tutte le criticità delle politiche europee di deterrenza.
Dal 2017 l’Unione Europea e i suoi Stati membri si sono focalizzati sull’esternalizzazione della gestione delle frontiere, appoggiando e sancendo accordi con Paesi terzi per respingere illegalmente le persone in fuga verso Paesi non riconosciuti come sicuri. Numerosi rapporti di organizzazioni internazionali e non governative denunciano gravi violenze, trattamenti inumani e degradanti, respingimenti illegali in Libia e Tunisia. Nonostante ciò, la collaborazione dell’Italia e dell’UE con questi Paesi non solo non si è interrotta, ma anzi si è consolidata e ampliata. Inoltre, nel 2023 l’Italia ha sottoscritto una nuova intesa con l’Albania per la costruzione sul suo territorio di centri di permanenza per persone in attesa del trattamento della richiesta di asilo.
Lo scorso anno il Governo italiano, supportato dall’UE, ha introdotto il D.L. 1/2023 (“decreto Piantedosi”) contenente ulteriori regole che criminalizzano le operazioni di soccorso civile e misure di deterrenza delle partenze tramite la morte. La criminalizzazione del soccorso, i fermi amministrativi, le nuove richieste di
coordinamento che scoraggiano e rallentano gli interventi, l’assegnazione di porti distanti continuano a svuotare il Mediterraneo centrale di soccorsi e hanno generato ulteriori morti evitabili. Soccorrere chi rischia la vita è un obbligo giuridico oltre che morale.
Le conseguenze di questa politica particolarmente avversa sono gravi e concrete.
Da novembre 2023, la Ocean Viking ha subito tre fermi amministrativi in tre mesi. L’ultimo è avvenuto lo scorso 9 febbraio, sulla base delle false dichiarazioni delle pattuglie libiche, che quotidianamente riportano le persone in Libia, dove avvengono gravi violazioni dei diritti umani.
A un anno dal terribile naufragio avvenuto davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria, in cui hanno perso la vita 94 persone innocenti, tra cui 35 bambini, vogliamo che queste tragedie non si ripetano mai più e chiediamo alle istituzioni europee di prendere provvedimenti concreti!
Le elezioni europee di giugno sono il momento per decidere collettivamente il futuro dell’UE e delle sue politiche. Firmando questa petizione puoi contribuire a invertire la rotta verso una politica più umana.
Non restare a guardare, firma anche tu!
Esortiamo tutti i leader europei a:
- Sollecitare l’interruzione delle misure che ostacolano e criminalizzano le ONG per le attività di ricerca e soccorso in mare:
- abolire il D.L. 1/2023 (“decreto Piantedosi”) che mina l’applicazione dello storico e completo quadro giuridico marittimo e internazionale in materia di ricerca e soccorso in mare e ha imposto 14 fermi alle navi di soccorso civile solo nel 2023;
- assicurare un efficace sistema di coordinamento dei soccorsi in mare nel pieno rispetto del diritto marittimo internazionale e del diritto umanitario, che preveda la collaborazione con le navi ONG in quanto assetti adatti e preparati a compiere operazioni di soccorso in mare aperto;
- garantire accesso a porti sicuri (POS) secondo un sistema di assegnazione dei porti di sbarco efficiente e trasparente, eliminando pratiche discriminatorie nell’assegnazione dei POS a danno delle ONG.
- Vigilare sul rispetto degli obblighi del diritto marittimo internazionale e delle convenzioni umanitarie nel Mediterraneo centrale al fine di tutelare la vita umana in mare:
- interrompere il supporto alle autorità libiche ponendo fine al “Memorandum Italia-Libia” e condannare le violazioni del diritto internazionale marittimo, umanitario e dei diritti umani compiute dalla Guardia Costiera libica;
- impedire l’assegnazione di porti di sbarco in Tunisia a seguito di operazioni di soccorso in mare, dove le persone migranti subiscono gravi violazioni dei diritti umani oltre che respingimenti illegali secondo il diritto internazionale;
- revocare l’accordo tra Italia e Albania, che getta le basi per la violazione del principio di non respingimento e per l’attuazione di pratiche pericolose di sbarchi selettivi e detenzione illegittima;
- interrompere immediatamente la pratica discriminatoria di assegnazione di porti di sbarco lontani alle navi ONG, che svuotano il Mediterraneo centrale di mezzi di soccorso vitali.
- Destinare i fondi europei dedicati alla gestione dei flussi migratori che interessano il Mediterraneo centrale al rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso (SAR):
- organizzare una missione istituzionale a guida europea di ricerca e soccorso, come richiesto dal Parlamento Europeo nella risoluzione non legislativa del 13 luglio 2023;
- potenziare le operazioni SAR fornendo mezzi e risorse sufficienti e dedicate e sostenendole sia politicamente che finanziariamente.
Link per firmare la petizione.
[1] Risoluzione del Parlamento Europeo del 13 luglio 2023 sulla necessità di un intervento dell’UE nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo 2023/2787(RSP).
[2] Dunja Mijatović, “Report following her visit to Italy from 19 to 23 June 2023”, 21 novembre 2023, Strasburgo.