Il 27 gennaio scorso, il governo di Xiomara Castro, la prima presidente dell’Honduras, ha compiuto due anni. Per l’occasione, il partito Libertà e Rifondazione, Libre, che affonda le sue radici nella lotta di resistenza contro il colpo di stato del 2009, ha convocato una mobilitazione nazionale a Tegucigalpa. La risposta della base non ha deluso le aspettative.
La manifestazione aveva un duplice obiettivo: mostrare che Castro e il suo governo godono di un sostegno forte e deciso e inviare al contempo un segnale chiaro al Blocco cittadino di opposizione (Boc), che in Honduras non saranno consentiti altri colpi di stato, né permesse manovre e atti illegali che ostacolino il processo di cambiamento iniziato nel 2022 e la regolarità delle prossime elezioni del 2025.
Due anni estremamente difficili, durante i quali il blocco dell’opposizione, formato dai partiti tradizionali liberale e nazionalista (PLH e PNH) e dal PSH del vicepresidente ed ex alleato Salvador Nasralla, non ha risparmiato sforzi per boicottare l’azione di governo.
Un’opposizione saldamente ancorata alla tutela degli interessi dei gruppi di potere politico ed economico, che permeano ancora le istituzioni e che hanno garantito loro totale impunità per più di dodici anni.
Segnali importanti sono stati senza dubbio l’elezione dei magistrati della Corte suprema di giustizia e la nomina, seppure ad interim, del procuratore generale e del suo vice.
In entrambi i casi, e per la prima volta, le cariche non sono state assunte da persone legate ai partiti tradizionali e ai poteri di fatto. Un primo passo per spezzare il circolo vizioso di impunità e mancanza di indipendenza che caratterizza da sempre il sistema giudiziario honduregno.
La lotta all’impunità potrebbe, inoltre, contare prossimamente sull’insediamento di una Commissione internazionale contro la corruzione e l’impunità in Honduras (Cicih), per la quale si stanno definendo gli ultimi dettagli con le Nazioni Unite.
La Cicih nasce sulla falsariga della Cicig guatemalteca ed è stata una delle rivendicazioni storiche della popolazione in resistenza contro il colpo di stato e la narco-dittatura.
Una battaglia senza tregua
Sia nel discorso alla nazione d’inizio d’anno che durante l’inaugurazione della nuova legislatura parlamentare, la presidente Xiomara Castro ha fatto un riassunto dei risultati raggiunti dal suo governo in questi due anni e di quanto sia stato difficile portare avanti il suo programma.
“Costruire sulle macerie lasciate dopo dodici anni e sette mesi di narco-dittatura non è stato facile. Chi ha corrotto lo Stato e ne ha violato le leggi e la Costituzione durante più di un decennio di oscurantismo ricopre ancora oggi cariche elettive. Sono gli stessi che ora si oppongono a un cambiamento democratico nel Paese”, ha spiegato Castro.
La presidente ha avvertito anche che sono proprio quei gruppi che hanno tratto vantaggio dalla corruzione e dall’impunità che oggi si oppongono al suo governo per mantenere i loro privilegi.
“Non riescono a capire che l’Honduras non sarà mai più un narco-stato governato da corrotti e dai loro prestanome”.
Risultati
Tra i risultati ottenuti, la presidente dell’Honduras ha menzionato la cancellazione di centinaia di fondi fiduciari (trust) che, utilizzando agenti finanziari privati, gestivano più di 181 miliardi di lempiras (6,8 miliardi di euro) di fondi pubblici come beni personali.
Tutto ciò ha contribuito a sestuplicare il debito pubblico, che nel 2021 ha raggiunto i 18,5 miliardi di euro.
È stata inoltre promossa l’approvazione di una legge di “giustizia fiscale”, che ha l’obiettivo di democratizzare il settore secondo il principio di equità, smantellando l’impianto attuale, fatto di esenzioni e altri benefici fiscali per i grandi capitali nazionali e transnazionali, che ha comportato perdite per lo Stato nell’ordine dei 500 miliardi di lempiras (18,9 miliardi di euro), superiore al debito pubblico nazionale.
Finora, i rapporti di forzi all’interno Congresso, complice anche la decisione di Nasralla e di parte del suo gruppo parlamentare di abbandonare l’alleanza con Libre e unirsi a quei partiti che, all’epoca, accusavano di corruzione e legami con la narco-dittatura, non hanno consentito di racimolare i voti necessari per la sua approvazione.
“Stiamo verificando cosa ci sia dietro a questo enorme indebitamento e presto presenteremo una denuncia alla procura affinché questo disastro non rimanga impunito”, ha detto Castro.
Per ciò che riguarda la sicurezza, l’Honduras ha registrato lo scorso anno una riduzione di 10 punti del tasso di omicidi per ogni 100.000 abitanti.
A livello economico e sociale, la presidente honduregna ha presentato i risultati ottenuti in settori strategici come l’agricoltura, le infrastrutture, l’energia, l’acqua e i servizi igienico-sanitari, la sanità, l’istruzione, l’edilizia abitativa e la riduzione della povertà.
La concessione di credito a interessi equi, bonus produttivi, bonus tecnologici e altri programmi, insieme a diverse modalità di sussidio per energia e i combustibili, hanno contribuito a rilanciare la micro e piccola impresa, soprattutto nel settore agricolo, completamente abbandonato durante i governi neoliberisti post colpo di stato.
Si è inoltre investito nel salvataggio e risanamento della compagnia energetica nazionale, saccheggiata dai governi della narco-dittatura, così come nella difesa e conservazione delle foreste, nel rimboschimento e nella riduzione del tasso di deforestazione.
Allo stesso modo sono stati inaugurati 80 nuovi microbacini e 4 nuove aree protette e – ha assicurato Castro – non sono state concesse nuove concessioni minerarie a cielo aperto.
“La lotta dei nostri martiri, come Jeannette Kawas e Berta Cáceres, ci ricorda che la protezione del nostro ecosistema non è solo una questione ambientale, ma un atto di resistenza contro le forze imperialiste che cercano di sfruttare le nostre terre e minare la nostra sovranità”, ha dichiarato la presidente dell’Honduras.
A questo proposito è opportuno ricordare che, durante il primo anno di governo, Castro ha promosso l’abrogazione delle Zone per l’occupazione e lo sviluppo economico (Zede), che di fatto limitavano la sovranità su parte del territorio nazionale, e della legge sull’impiego a ore che precarizzava e flessibilizzava ancora di più il mercato del lavoro.
“Contro tutte le previsioni dei miei detrattori abbiamo chiuso il 2023 con un’esecuzione del 91% del bilancio generale e di oltre il 75% degli investimenti pubblici produttivi e sociali”, ha spiegato Castro.
– Video completo Discorso alla nazione del 24/01/01
– Video completo Rapporto annuale al Congresso del 25/01/24
– Video Messaggio per i due anni di governo dal 27/01/24
Movimento popolare
Se da un lato vi sono segnali evidenti che il governo Castro, che in più occasioni si è presentato come un governo di transizione, ha cominciato a gettare le basi per un vero cambiamento (rifondazione) nel Paese, settori dei movimenti sociali e popolari honduregni avvertono che, sotto molti aspetti, non è stato all’altezza e che deve fare e osare di più.
Durante l’Incontro del movimento popolare dell’Honduras (San Pedro Sula, 24-26 gennaio), promosso dal Movimento ampio per la dignità e la giustizia (Madj) e al quale hanno partecipato diverse organizzazioni nazionali, i partecipanti hanno analizzato a fondo il lavoro svolto dal governo in questi due anni e hanno presentato il loro piano d’azione per quest’anno.
– Leggi il documento completo e il piano d’azione 2024
“La violenza e l’intimidazione continuano a essere una costante per i settori popolari che mantengono indipendenza di pensiero e di azione (…) Sono migliaia le famiglie di contadini sfollate lo scorso anno dalla polizia in tutto”, affermano le organizzazioni popolari.
“Sono state operazioni di polizia spietate, con i trattori che distruggevano i raccolti e le case. A nessun funzionario importava che queste famiglie fossero lasciate senza un tetto e morissero di fame”, hanno continuato.
Le organizzazioni hanno anche denunciato la mancanza di decisione da parte del governo nel fermare “la consegna di risorse (naturali) che appartengono a tutti noi, a un piccolo gruppo di imprenditori”.
È stato infine diffuso il testo di una lettera che sarà inviata alla presidente Xiomara Castro.
Non si ferma la violenza
L’ultimo rapporto Global Witness indica che, nel 2022, l’Honduras si è confermato nuovamente come uno dei Paesi più pericolosi al mondo per chi difende terre, territori e beni comuni. Non solo. Con 14 attacchi mortali, mantiene il triste primato mondiale di maggior numero di difensori assassinati pro capite.
Il 2023 è stato anche un altro anno estremamente tragico per le donne honduregne. Le donne uccise in modo violento sono state 386, una ogni 23 ore (Osservatorio Cdm). Ciò rappresenta un aumento del 30% rispetto al 2022. Ci sono state anche 357 donne scomparse.
Nei primi 15 giorni del nuovo anno, 16 donne sono state vittime di morte violenta. L’Honduras continua a essere il quinto Paese con il più alto tasso di femminicidi al mondo, con 6,47 donne assassinate ogni 100 mila abitanti (UN Women).
La lotta per fermare l’avanzata dei progetti estrattivi e per avere accesso o difendere terre e territori nel Bajo Aguán continua ad essere repressa e la popolazione rimane completamente indifesa.
La ferma opposizione della comunità di Guapinol e del Comitato municipale in difesa dei beni comuni e pubblici di Tocoa a un megaprogetto minerario per l’estrazione di ossido di ferro nelle aree protette del Parco Nazionale Montaña de Botaderos, promosso da Inversiones Los Pinares e Inversiones Ecotek, entrambe società appartenenti alla Divisione Acciaio del Gruppo Emco Holding (Ana Facussé e Lenir Pérez), è stata sistematicamente repressa, criminalizzata e perseguita.
L’attuale lotta per impedire il rinnovo del contratto di concessione a Los Pinares/Ecotek per altri 30 anni si scontra con il silenzio del governo e la complicità del sindaco municipale Adán Funes, eletto nelle fila del partito di governo.
– Leggi la lettera aperta di più di 100 organizzazioni sul caso
Nel frattempo, membri delle imprese e organizzazioni contadine che fanno parte della Piattaforma Agraria dell’Aguán continuano a subire attacchi mortali.
Dopo il colpo di stato del 2009, decine di contadini sono stati assassinati in totale impunità nel Bajo Aguán, nel quadro di un conflitto agrario causato dalla mancanza di accesso alla terra e ai mezzi di sussistenza per migliaia di famiglie contadine.
La stessa cosa accade in altre aree del Paese, dove terre e sottosuoli sono diventati bersaglio degli interessi del grande capitale nazionale e multinazionale.
Proprio mentre si svolgeva a Tegucigalpa la mobilitazione per i due anni di Xiomara Castro, il difensore ambientale e consigliere comunale di Tocoa, Leonel George, particolarmente impegnato nella lotta contro il megaprogetto minerario Los Pinares/Ecotek, è stato arrestato e ammanettato dalla polizia senza nessun motivo.
Alcune ore dopo, Franklin Izaguirre Melgar, presidente della cooperativa contadina Camarones, è stato ucciso da ignoti. Il dirigente contadino aveva partecipato all’incontro delle organizzazioni popolari, criticando l’assenza di politiche statali efficaci per la protezione dei difensori e dei leader sociali.
Una visione trasformatrice
“Anche se i fatti dicono il contrario, vogliamo credere che esista ancora la possibilità di una visione presidenziale che trasformi il Paese, che restituisca la terra ai contadini, che rispetti il patrimonio naturale delle nostre comunità, che tuteli i diritti dei popoli indigeni, che crei le condizioni per superare la povertà e la marginalità sociale”, affermano le organizzazioni partecipanti all’incontro del movimento popolare honduregno.
“Come organizzazioni popolari vogliamo contribuire a questo tanto atteso evento di rifondazione nazionale, apportando il nostro sforzo a favore della sovranità alimentare, della promozione di pratiche agricole che non siano in contrasto con l’ambiente, della preservazione della biodiversità, delle foreste e delle fonti d’acqua.
Siamo convinti – hanno proseguito – che, se riusciamo a cambiare il modello di sfruttamento estrattivo, di accumulazione a ogni costo di ricchezza da parte di un pugno di famiglie, se la giustizia prevale sull’impunità, non ci saranno solo stabilità e pace nelle nostre comunità e su tutto il territorio, ma contribuiremo in modo significativo allo sviluppo nazionale”.
Fonte: LINyM (spagnolo)