San Valentino, una quindicina di attivist@ si organizzano e replicano un’azione che alcuni di loro hanno già fatto in Duomo un paio di mesi fa e a ridosso del Natale alla Scala, ricordate?
Questa volta l’idea è di partecipare alla messa che si svolge in Duomo ogni giorno alle 17.30 e, al termine di questa, spostarsi tra le prime file, nei pressi dell’altare maggiore, ed esporre le lettere con le quali sono entrati. Questo perchè all’ingresso in Duomo si viene perquisiti e uno striscione tutto intero non sarebbe mai entrato.
Così intorno alle 18, una volta terminata la messa che si svolge nell’abside, il gruppo si sposta lì ed espone le lettere che ha portato: si stende l’enorme scritta CEASEFIRE NOW. Ma una donna della sicurezza si avventa immediatamente sul gruppo e con enorme agitazione chiama a gran voce e via radio tutte le altre guardie della chiesa. In pochi secondi arrivano quattro o cinque uomini che cominciano a strappargli di mano le lettere. Non c’è modo di parlare con loro.
Uno degli attivisti, a quel punto, comincia a rivolgersi alle decine di persone presenti all’interno della chiesa, in gran parte turisti che hanno pagato il biglietto. A gran voce cerca di farsi sentire: “Basta con tutte le guerre, che si smetta di bombardare in Palestina come in Ucraina, come in Siria, in Yemen, nel Tigrai, che si fermino le azioni in Sudan che vedono 8 milioni di profughi, che i popoli palestinese, kurdo, saharawi, possano avere la loro terra e libertà. Che chi ha in mano un’arma non solo smetta di usarla, ma la getti a terra, rompendola, che si fermi la costruzione di armi e il loro mercato, come il Papa stesso ha detto. Che con tutto quel metallo si facciano aratri. Che in ogni luogo di culto si dicano queste parole, che siano chiese, moschee, sinagoghe, templi… Basta morti e distruzione. Basta. Cessate il fuoco!”
A quel punto già le lettere non sono più esposte, anche le guardie si sono un po’ calmate, ed è la voce di Silvia Zaru che incanta tutti i presenti al suono di “We shall overcome”. Molti si uniscono e cantano con lei.
Nessun prete è venuto a vedere. Nessuno.
Il gruppo di attivisti si raccoglie, gran parte delle lettere sono state recuperate ma non c’è modo di avere indietro tutte. Le guardie li “scortano” verso l’uscita. Non è andata come avrebbero sperato e voluto. Le riprese sono state fatte da una distanza ravvicinata, ma molti dei presenti in chiesa hanno fotografato e ripreso, chissà che qualcosa non compaia nel mondo virtuale…
Il mondo reale continua ad essere un disastro, malgrado gli appelli.
Il gruppo esce, nessuno li ferma, ci mancherebbe altro… Eppure, coi tempi che avanzano, queste azioni sembrano sempre più scandalose. Ma cosa è più scandaloso? Invocare in una chiesa la pace e la fine dei bombardamenti sulla popolazione inerme, bimbi compresi? O quei bombardamenti che massacrano e mettono in ginocchio il mondo intero?
La prossima volta – dicono – cercheranno di fare meglio. Che questo terribile silenzio sia sempre più rotto da voci piccole e grandi che irrompono dove meno te lo aspetti!