“Senza spirito critico, senza discussione, senza dissenso e voglia di cambiamento, una comunità muore. Voi siete la vita. E oggi l’avete dimostrato”. Così lo storico Eric Gobetti a conclusione di una due giorni a dir poco turbolenta ad Ascoli Piceno, su invito dell’ISML – Istituto Provinciale di Storia per il Movimento di Liberazione. Studioso di fascismo, Seconda Guerra Mondiale e Resistenza, Gobetti è uno dei maggiori esperti di storia della Jugoslavia nel Novecento ed era stato invitato per discutere degli ultimi suoi due libri: E allora le foibe? (2021) e I carnefici del Duce (2023). La sua presenza, però, ha scatenato una violenta bagarre a livello politico.
Nel pomeriggio di giovedì 22 febbraio presso la libreria Rinascita, sollecitato dalle domande dello storico Costantino Di Sante, Gobetti ha approfondito i temi della sua ultima pubblicazione dedicata a sfatare il mito degli “italiani brava gente”, grazie alle sue sempre documentate ricerche sui diffusi e reiterati crimini di guerra di cui si macchiarono i fascisti in Libia, in Etiopia, in Grecia e in Iugoslavia. Un trauma rimosso, mai affrontato dal nostro Paese: rappresaglie, fucilazioni di ostaggi, impiccagioni, uso di armi chimiche, campi di concentramento, stragi di civili che hanno devastato intere regioni per più di vent’anni. Giovani e meno giovani, generali e soldati, fascisti e non, in tanti hanno contribuito a quell’inferno. Si trattava di persone normali, che in quel contesto sono arrivate a compiere le violenze più brutali. Gobetti prova a ricostruirne i percorsi biografici.
Appena prende la parola il pubblico, in una sala gremita di persone sedute e in piedi, un anziano chiede: “Ma è vero che la sua presenza è stata vietata nelle scuole?”. ”Sì, ed è una vergogna” è la risposta dello storico torinese. Infatti il giorno successivo, venerdì 23, era previsto un incontro con le studentesse e gli studenti di alcune classi del liceo “Stabili-Trebbiani”. Si trattava della conclusione di un progetto di alternanza scuola-lavoro (PCTO) organizzato dopo mesi di meticolosa preparazione, con l’approvazione dei rispettivi consigli di classe, del dirigente scolastico, delle studentesse e degli studenti stessi, che con passione hanno analizzato il libro sulle foibe, in vista della possibilità di dibatterne criticamente con l’autore. Fino a che il dirigente scolastico ha improvvisamente vietato tutto.
La destra ascolana era infatti, nel frattempo, insorta. “Auspico non sia vero e sono certa che non ci sarà alcun incontro nel corso dell’orario scolastico e mi auguro nemmeno in orario extra curriculare – dichiara la leghista Giorgia Latini. Un negazionista delle foibe che incontra i giovani delle scuole rappresenterebbe un episodio di gravità inaudita. Come vicepresidente della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati non posso non condannare una tale eventualità”. E ancora: “Ritengo grave oltretutto che nelle scuole si possa fare indottrinamento con testi che negano la tragedia storica. Basta con il negazionismo. Chiediamo rispetto. L’incontro con gli studenti costituirebbe un’assurdità”.
Interviene anche Giorgio Ferretti, responsabile di CasaPound Italia nelle Marche: “È inaccettabile che un personaggio come Gobetti, fortemente politicizzato, ritratto con la maglietta che inneggia al Maresciallo Tito, si presenti ancora nelle scuole per diffondere una versione della storia che nulla ha a che vedere con i fatti storici realmente accaduti”. A seguire l’assessore regionale Andrea Maria Antonini (Lega): “Desidero esprimere i miei dubbi e le mie perplessità sull’incontro”. E infine i consiglieri comunali Emidio Premici (Noi di Ascoli) e Patrizia Petracci (Lega): “Ospitare un negazionista di quei tragici fatti è un oltraggio alla Storia, alla efferata vicenda delle Foibe e alle indicibili sofferenze dei nostri connazionali violentati e uccisi, nonché delle migliaia di esuli, alcuni dei quali oggi vivono nella nostra città. Gobetti è purtroppo famoso per essere un revisionista di un preciso periodo storico, taciuto per troppo tempo dalle pagine ufficiali, da tanti studiosi e dalla politica italiana (…) Non dovrebbe tenere lezioni e speriamo che i dirigenti scolastici e i professori prendano le dovute distanze. Chiediamo agli organizzatori di annullare l’incontro”.
La risposta studentesca è stata straordinaria, con un successo di presenze e partecipazione attiva da parte di più di cento ragazzi e ragazze oltre a quelli collegati a distanza. “Abbiamo 19 anni e una coscienza individuale formata” hanno replicato gli studenti e le studentesse e i rappresentanti d’istituto si sono ribellati al divieto. “Hanno semplicemente dichiarato sciopero e stamattina si sono presentate in aula da libere cittadine. Molte compagne le hanno seguite, anche di altre classi, alcune addirittura sfidando il preside che faceva scudo col proprio corpo per impedirgli di lasciare la scuola! Queste ragazze hanno provato sulla loro pelle cosa significa la censura fascista, la repressione del dissenso, il pensiero unico. Ma l’hanno sfidato e vinto, dimostrando che la scuola pubblica è ancora un laboratorio di libertà e democrazia, è ancora ispirata alla Costituzione, che oggi ho indegnamente firmato per molte di loro” ha affermato Gobetti.
Nella sala Golino della Cartiera Papale gremita si è svolto un dibattito partecipato, fatto liberamente di continue domande e risposte: “Abbiamo parlato tanto, questa mattina, di storia, di uso propagandistico della storia, ma anche di come reagire all’autoritarismo dilagante. Non sappiamo come e cosa fare, dobbiamo trovare insieme nuovi strumenti di lotta, in questa battaglia culturale che tante volte mi è apparsa senza speranze. Ma oggi mi sono sentito meno solo, più forte e fiducioso. Avrei voluto abbracciarvi tutte, una per una, perché avete dimostrato un coraggio che ben pochi adulti hanno” ha commentato Eric Gobetti.