La saletta della Casa del Popolo di Grassina alle porte sud di Firenze venerdi scorso è gremita per ascoltare Olivier Turquet di Pressenza, Lorenzo Guadagnucci giornalista professionista “militante” , Michelangiolo Severgnini regista e Bilal Murar rappresentante della comunità palestinese in toscana.
Si discute su nesso fra informazione e democrazia: tutti sono d’accordo, senza la prima la seconda non esiste. Ma la definizione di informazione indipendente ha suscitato un ampio dibattito poichè se questa ha trovato in passato soprattutto in ambito anglosassone una propria etica che si contapponeva al potere istituzionalizzato, un vero e proprio cane da guardia controbilanciandolo, ora le cose sono molto sfumate.
Il caso Assange, questo era il collegamento che ha promosso la serata, ha aperto contraddizioni profonde che non solo mettono in discussione la libertà di informazione ma rende la cosiddetta informazione “embedded” una vera e propria dittatura mediatica organica al potere. Questo è quanto si è visto nelle recenti descrizioni degli eventi bellici in Ucraina ed ora nel conflitto Israelo-Palestinese.
Bilal Murar ha ricordato che a nessun giornalista straniero il Governo israeliano ha permesso di entrare a Gaza e testimoniare gli eventi : solo a cose fatte l’IDF ha fatto vedere e raccontare la loro versione dei fatti.
Dall’altro lato i giornalisti palestinesi, diretti bersagli dei cecchini israeliani hanno pagato un altissimo contributo di sangue nel mostrare attraverso i social media e i canali digitali quello che non è mai comparso sulla carta stampata e televisiva censurata dalla narrazione governativa del mondo occidentale.