Sabato 13 gennaio 2024, ore 17
Presidio davanti all’Ufficio del Garante per i Detenuti delle Marche
Piazza Cavour 36, Ancona
Matteo Concetti era un ragazzo troppo giovane per morire nel carcere di Ancona questo 5 gennaio 2024. Ha avuto l’amaro primato di essere il primo suicida in carcere dell’anno.
Ogni anno le prigioni d’Italia inghiottono almeno 80 persone. In carcere il suicidio è 20 volte più probabile che tra la popolazione in libertà e questi numeri non accennano a diminuire.
Matteo doveva e poteva avere non solo un’altra opportunità nella vita, ma proprio un’altra vita, rispetto alla miseria e alla sofferenza in cui il sistema nel quale viviamo relega spesso le persone giovani.
Invece di ricevere cure Matteo era diventato uno dei 60.166 detenuti e detenute nelle carceri italiane. Uno dei 350 detenuti di Montacuto, a fronte di 250 posti sulla carta.
Era etichettato come una persona con disturbi mentali e dipendenze patologiche e per questo forse è stato trattato peggio di altri. Per avere, un giorno, ritardato di un’ora il rientro a casa dopo il lavoro mentre scontava le cosiddette “misure alternative” è stato messo in carcere e qui, per un atto di disobbedienza ai carcerieri, è finito in cella di isolamento.
È noto come all’aumento delle disuguaglianze sociali e della violenza strutturale dei rapporti sociali segua un aumento del numero dei detenuti e delle detenute e un peggioramento delle loro condizioni di vita.
Non vogliamo più misure alternative, né una semplice riforma del sistema carcerario: vogliamo radicali alternative sociali alla repressione.
Difendere la memoria di Matteo Concetti significa difendere la libertà e la dignità di tutti noi.
Di fronte al partito neofascista che governa la nostra regione e il nostro Paese e che vuole estendere la carcerazione, costruire più prigioni, dare più potere alla polizia, noi diciamo NO.
Chiediamo le dimissioni del Garante dei Detenuti Giancarlo Giulianelli, incapace di dire la verità su questa storia, incapace di difendere i diritti di chiunque, nominato dalla politica regionale.
Edizioni Malamente e Altra idea di città