La repressione autoritaria entra a scuola sotto la forma della incriminazione e del “processo” disciplinare collettivo contro 548 studenti. Rischiano dai 5 ai 15 giorni di sospensione, quindi la bocciatura. Accade a Roma, al liceo “Virgilio” diretto da Isabella Palagi.
La repressione al Virgilio non è un fatto isolato, segue misure analoghe assunte contro 170 studenti del liceo Tasso. Ma certo al Virgilio l’iniziativa ha assunto contorni abnormi.
L’azione disciplinare segue l’occupazione studentesca, avvenuta in diverse scuole romane dal 5 all’11 dicembre scorso per richiedere, tra l’altro – spiega il sindacato COBAS che si è schierato con gli studenti [1] -,
- « l’introduzione in ogni scuola di una sezione sperimentale senza voti (si diminuirebbe la competitività),
- l’abolizione dei PCTO (alternanza scuola-lavoro),
- nonché dichiarare l’opposizione alla riforma degli istituti tecnici e professionali ».
« La linea disciplinare del ministro leghista sta facendo scuola. Letteralmente. Incoraggia ovunque la parte più reazionaria dei dirigenti scolastici nel promuovere la politica “legge e ordine” nelle scuole », commenta il partito comunista dei lavoratori mentre esprime « piena e incondizionata solidarietà » tanto agli studenti del Virgilio che a quelli del Tasso [2].
Secondo la dirigente Isabella Palagi del liceo “Virgilio” si tratta solo di « una minoranza di studenti » (548 !) che ha semplicemente cercato « una effimera quanto breve visibilità mediatica » [3], con « un’azione unilaterale e divisiva » che « ha interrotto il dialogo educativo » [4].
Spiace leggere, poi, l’accusa del Collegio docenti contro i propri studenti. E’ stata « una parodia della lotta », scrivono in un comunicato nel quale poi lamentano essere stati trattati qual si sono dimostrati: « la loro controparte » [5].
La posizione delle istituzioni scolastiche è contestata dal sindacato COBAS: « Le occupazioni sono state condivise dalla maggioranza delle studentesse e degli studenti con una partecipazione costante e attiva […] per creare una didattica alternativa a quella nozionistica proposta nella quotidianità scolastica », scrivono in un comunicato [1].
« La repressione è la risposta più becera », commenta invece Mario Capanna su L’Unità la sospensione per dieci giorni più un “bel” 5 in condotta decisi dal preside Paolo Pedullà del liceo “Tasso” di Roma con la « entusiastica, approvazione del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e del vicepremier Salvini » [6].
L’ex sessantottino scrive poi come le istituzioni scolastiche di oggi « non comprendono come gli studenti possono imparare, dall’occupazione della scuola per qualche giorno, più di quanto apprendono nell’intero anno scolastico ».
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Fonti e Note:
[1] Tecnica della Scuola, 24 gennaio 2024, “I Cobas Scuola a fianco degli studenti e delle studentesse per una Scuola di tutti/e e per tutti/e”.
[2] PC Lavoratori, 28 gennaio 2024, “’Incolpazione’ collettiva – L’enormità della repressione al liceo Virgilio di Roma”.
[3] Liceo Virgilio Roma, 13 dicembre 2023, “Comunicato del dirigente scolastico”.
[4] Liceo Virgilio Roma, 10 dicembre 2023, “Comunicato del dirigente scolastico”.
[5] Liceo Virgilio Roma, 5 dicembre 2023, “Comunicato del Collegio docenti”.
[6] L’Unità, 21 gennaio 2024, Mario Capanna, “Liceo Tasso di Roma occupato, la repressione è la risposta più becera”.