Abbastanza recentemente è uscito anche nelle sale cinematografiche italiane, distribuito da Eagle Pictures, il film “One Life” regia di James Hawes, regista televisivo che con questo lungometraggio fa il suo esordio sul grande schermo. La pellicola, (qui il trailer https://www.youtube.com/watch?v=Gt934__a7K8) racconta “La straordinaria storia di un uomo ordinario”, la vera storia di Nicholas Winton, un agente di Borsa londinese, che tra la fine del 1938 e nei primi nove mesi del 1939 riuscì a mettere in salvo 669 bambini ebrei della Cecoslovacchia mandandoli in Gran Bretagna presso delle famiglie affidatarie che avevano deciso di accoglierli. Nicholas Winton chiamato da tutti Nicky, terrà per se e per pochi intimi questa storia fin quando diventerà pubblica grazie anche al celebre programma That’s Life! della BBC, che farà incontrare nel 1988 un ormai quasi ottantenne Nicky con molti di quei bambini che aveva contribuito a salvare. Il film racconta questa storia attraverso una narrazione intrecciata tra presente,1988, e passato 1938-1939. Nel presente Nicky è interpretato da un magistrale Anthony Hopkins, già due volte premio oscar, mentre nel passato da Johnny Flynn.
Si tratta di un film necessario per raccontare una storia misconosciuta ai più, fatta da persone comuni che nell’ora più buia hanno scelto di fare del bene e di non rimanere indifferenti di fronte alle sofferenze altrui. Nel film emerge il valore della beneficenza silenziosa, rispetto a quella estremamente pubblicizzata anche con i social network a cui siamo abituati al giorno d’oggi, un racconto sobrio che tuttavia pone davanti agli occhi dello spettatore la grande tematica dell’accoglienza di grandissima attualità, perché se quei bambini non avessero trovato quelle centinaia di famiglie affidatarie sarebbero rimasti in Cecoslovacchia e forse sarebbero morti nei campi di concentramento. Un film quindi che si pone anche l’obbiettivo di svegliare le coscienze di oggi dall’apatia mettendoli davanti all’importanza dell’accoglienza verso i rifugiati, minori e non, che anche adesso scappano dalle guerre o da situazioni di gravi violazioni di diritti umani, i quali dovrebbero essere accolti dalle società mentre purtroppo assistiamo sempre più spesso al loro respingimento o a partiti politici che strumentalmente li etichettano come altri nelle loro campagne elettorali. Il film è certamente rivolto anche ai politici, ma soprattutto a noi persone comuni perché possiamo dare il nostro contributo anche in situazioni difficilissime.
Questo film nasce dal libro “ONE LIFE. LA STORIA STRAORDINARIA DI UN UOMO ORDINARIO. LA VERA STORIA DI COME NICHOLAS WINTON HA SALVATO CENTINAIA DI BAMBINI”, pubblicato in Italia da Garzanti nella traduzione di Sara Caraffini e Giuseppe Maugeri, scritto da Barbara Winton, figlia di Nicky, fervente attivista, morta nel 2022, ha proseguito il lavoro del padre a sostegno dei bambini rifugiati attraverso il Sir Nicholas Winton Memorial Trust, per fare in modo che la vita di suo padre ispirasse anche gli altri a fare del bene. Il libro è una biografia sotto forma di narrazione divisa in capitoli, dove in alcuni inizialmente è raccontata una vicenda degli anni ’90 ma poi vi è una digressione ambientata decenni prima volta a raccontare la vita di Nicholas Winton fin dalle sue scuole elementari. Nel dicembre 1938, Nicky sarebbe dovuto andare in una vacanza natalizia, per sciare in Svizzera, assieme al suo amico Martin Blake. Quest’ultimo però gli telefonò chiedendogli di rinunciare alla gita per accompagnarlo a Praga al fine di vedere la situazione dopo gli ultimi eventi internazionali. Li Nicky fu subito presentato a Doreen Warriner, interpretata da Romola Garai, che faceva funzionare l’operazione del British Committee for Refugees from Czechoslovakia (BCRC). Il compito di Doreen era quello di far fuggire in Gran Bretagna, passando dalla Polonia, i ricercati dai nazisti, oppositori politici e antinazisti originari dei Sudeti, con le loro famiglie. Rendendosi conto che vi erano molti bambini profughi di cui nessuno si sarebbe occupato, Nicky, incoraggiato anche dalla signora Warriner, decise di occuparsene. Nacque così il Children’s Committee for Czechoslovakia. Nicky fu costretto a tornare al suo impiego presso la Borsa londinese il 21 gennaio 1939, ma continuò il suo lavoro da lì e quando il 24 maggio fu nominato ufficialmente segretario della Sezione Bambini del BCRC, già quattro trasporti pieni di bambini erano partiti da Praga e avevano raggiunto la Gran Bretagna, nonostante a metà marzo Hitler avesse violato l’accordo invadendo il resto della Cecoslovacchia, e l’ufficio a Praga lavorasse sotto il controllo dei nazisti avendo bisogno del loro permesso per far partire i bambini. Nicky usufruì tra gli altri dell’aiuto di sua madre Barbara, interpretata da Helena Bonham Carter, e dell’insegnante inglese Trevor Chadwick e della signora americana Henrietta Eisenberger. In tutto da Praga partirono otto trasporti con 669 bambini, il nono trasporto con 250 bambini sarebbe dovuto partire il 1° settembre, ma con lo scoppio della guerra e la chiusura delle frontiere venne bloccato. W.M. Loewinsohn, uno dei volontari dell’operazione, ebbe la lungimiranza di fare un album col materiale relativo a gran parte del loro lavoro e lo regalò a Nicholas Winton, che nel 1988 lo dette alla storica Elisabeth Maxwell, così il 27 febbraio uscì un articolo di tre pagine su il Sunday Mirror, e quello stesso giorno Nicky fu ospite del programma That’s Life! della BBC, che gli fece incontrare uno dei bambini che aveva salvato. Una settimana dopo, il 6 marzo oggi giornata dei Giusti, Nicky fu di nuovo ospite del programma, ma questa volta si fece accompagnare dalla moglie Grete per sostenerlo in caso di sorprese. Quella sera venne chiesto di alzarsi a tutti i presenti del pubblico che erano stati salvati da Nicholas Winton, e tutti i membri del pubblico si alzarono. Da quel momento Nicky entrò in contatto con molti dei bambini che aveva salvato e, nel 1989, quando si recò con la moglie in visita allo Yad Vashem, donò l’album al museo. Pur essendo un vero e proprio Giusto lui non poteva ricevere tale onorificenza perché sua madre e i nonni paterni erano ebrei tedeschi. Da quel momento Nicky continuò sempre a testimoniare, e alla fine del 2002 ormai vedovo ricevette anche l’onorificenza di cavaliere dalla regina d’Inghilterra.
In seguito all’Accordo di Monaco, 29 settembre 1938, e alla conseguente occupazione dei Sudeti da parte dei nazisti, e ai violentissimi pogrom della notte dei cristalli 9/10 novembre, si attivò l’operazione Kindertransport che permise il salvataggio di 10 mila minori della Germania nazista e dei territori occupati, ma quei 669 minori non facevano parte di tale operazione quindi l’opera di SIR Nicholas Winton e di tutti quelli che lo aiutarono fu di fondamentale importanza, e oggi circa seimila persone gli devono la vita.
Il libro più che il film, è stato fatto proprio con l’intento di dimostrare come Nicholas Winton fosse una persona comune che nel periodo più buio della storia fece tutto quello che gli era possibile per salvare delle vite. Lui non rimase indifferente, al dolore altrui, bensì ascoltando la sua coscienza agì per aiutare. Il libro vuole dimostrare quanto fosse una persona comune con una vita ordinaria e non un eroe un mito le cui gesta sono irraggiungibili. L’obbiettivo, secondo me raggiunto, è quello di dimostrare e di far capire che tutte le persone comuni, anche nelle situazioni più disperate e difficili, possono fare la differenza se si impegnano. Infatti i Giusti spesso sono persone comuni con difetti e non dei santi.