Di recente ha aperto i battenti una nuova e importante iniziativa della società lametina, rivolta a rispondere alle necessità sanitarie sempre più pressanti di chi vive la disperazione del bisogno in un territorio in cui i presidi medici vengono quotidianamente svuotati di mezzi e personale. Si tratta dell’Ambulatorio Solidale ODV Prima gli Ultimi, nato per contrastare le malattie della povertà e migliorare l’accesso alla salute delle persone socialmente svantaggiate. Abbiamo chiesto al suo Presidente, l’avv. Nicolino Panedigrano, maggiori dettagli sulla nascita e sul percorso di questa iniziativa.

Com’è nata l’esperienza dell’Ambulatorio Solidale?

Alma Battaglia, biologa e nutrizionista, sei anni fa, dopo una riunione dell’associazione Altrove, segnalò a suo padre Tommaso, cardiologo ospedaliero in pensione, ad Antonio Butera, primario di Cardiologia in pensione, e a me, d’aver letto su Famiglia Cristiana di un ambulatorio solidale a Borgomanero e ci invitò a replicare l’esperienza a Lamezia.

Decidemmo di provarci, visto che anche da noi non mancavano le persone senza diritto all’assistenza sanitaria pubblica e visti gli affanni e le gravi carenze in cui da tempo versa il nostro sistema sanitario. A me toccò l’incarico di contattare i volontari di Borgomanero e poi avviare una Fondazione. Avemmo così occasione di scoprire che oltre a Borgomanero e ad altre parti d’Italia, c’erano esperienze simili anche in Calabria, da una delle quali in particolare, l’efficientissimo Poliambulatorio solidale ACE di Pellaro a Reggio Calabria, e dal suo fondatore, dr. Lino Caserta, abbiamo ricevuto utilissimi consigli e suggerimenti.

Avete portato a compimento il progetto solo come Fondazione o avete avuto il supporto di altre associazioni?

L’associazione è rimasta sempre quella; abbiamo solo dovuto cambiare veste giuridica per adeguarci al codice del Terzo Settore, trasformandoci da Fondazione in Organismo di Volontariato. Ma per far partire la nostra missione ci sono volute tanta forza di volontà e caparbietà, tant’è che siamo riusciti ad avviare la nostra attività di visite mediche specialistiche solo a febbraio del 2023. Nei primi cinque anni ci si è difatti imbattuti in diversi ostacoli e rifiuti di collaborazione da parte delle istituzioni (ASP, Comune), associazioni e perfino parrocchie a cui ci eravamo rivolti per ottenere dei locali in comodato d’uso gratuito da attrezzare a studi medici. Ci toccò finanche subire lo scherno d’un insolente Commissario ASP, che ci liquidò dicendo che noi non avevamo alcuna funzione perché la sanità pubblica è garantita a tutti!

La svolta è arrivata con gli ultimi due Vescovi di Lamezia che noi ringraziamo di cuore, perché, sebbene la nostra sia un’associazione del tutto laica, ne hanno apprezzato lo spirito solidale e hanno inteso condividere con noi lo sforzo integrativo rispetto alla sanità pubblica che offriamo ai soggetti fragili e “ultimi” della società.

C’è stata dunque certamente una sinergia con diverse associazioni e istituzioni, con forme diverse. Nel nostro Statuto ne abbiamo previsto la possibilità e abbiamo già come socie alcune associazioni che condividono i nostri scopi sociali. Con altre, in primis la Caritas Diocesana che ci ha concesso l’uso gratuito dei locali per l’ambulatorio, collaboriamo attivamente nell’individuazione dei soggetti che non hanno diritto all’assistenza pubblica o che, pur avendolo, per condizioni di fragilità sociale e per difficoltà di accesso (lunghe liste di attesa, lontananza dei luoghi in cui ricevere le prestazioni richieste, difficoltà economiche per affrontare visite private, ecc.) hanno necessità di rivolgersi alle nostre prestazioni solidali. In quest’opera collaborano per nostra scelta anche i servizi sociali dei Comuni, sebbene in questo momento esclusivamente quelli dei Comuni minori del comprensorio lametino. Si rivolgono a noi anche soggetti provenienti da Comuni vicini, ma di altre province.

Com’è stato possibile finanziare il progetto?

Innanzitutto ci siamo e ci stiamo finanziando con le quote annuali dei soci. Sin da subito poi, anche quando per mancanza di locali potevamo svolgere ancora solo qualche attività domiciliare, abbiamo ottenuto e stiamo tuttora ricevendo congrue donazioni da imprenditori e sostenitori. Abbiamo svolto e stiamo svolgendo anche attività di raccolta fondi e auto promozione. Abbiamo ottenuto sostegni da qualche Comune e da qualche associazione, nonché un primo finanziamento dalla Regione. Essendo noi organismo regolarmente iscritto al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, siamo da poco anche tra i destinatari del 5 per Mille, su cui contiamo molto. Lo scopo è quello di fare in modo che i locali siano arredati e soprattutto dotati di attrezzature tali da dare agli “ultimi” il sentore di esser trattati qui e subito come i “primi”, cioè di essere “uguali” come esige la nostra bellissima Costituzione.

Per cogliere meglio l’importanza dell’iniziativa, ci spiega com’è strutturato il progetto (ad esempio che tipo di locali avete attrezzato, quante persone ci lavorano, se esclusivamente a titolo volontario)?

Allo stato siamo dotati di cinque studi di varie dimensioni in cui si alternano le attività mediche di 23 specialità, un locale adibito a uffici amministrativo-contabili, un corridoio attrezzato come sala d’aspetto, nonché ampi bagni e uno spogliatoio. Visto, però, il crescente aumento della richiesta di assistenza, nonché gli strumenti di cui già stiamo e dobbiamo sempre più necessariamente attrezzarci, quelli che all’inizio ci sembravano spazi più che ampi cominciano a starci ormai un po’ stretti.

Considerate che nelle nostre fila annoveriamo finora una trentina di medici/che (quasi tutti soci/e) di ventiquattro differenti specialità; circa ventidue tecnici ed infermieri/e (molti dei quali semplici volontari) ed una trentina di altri soci o volontari che svolgono un’altrettanto preziosa attività amministrativa, contabile e/o direttiva (tra i quali molti soci fondatori).

Trattandosi di attività volontaria, ognuno dedica il tempo che ha a sua disposizione,  tuttavia riusciamo a mantenere aperti gli studi medici per cinque giorni alla settimana dal lunedì al venerdì normalmente dalle 8,30 alle 12,00. Non sono mancate, però, occasioni nelle quali è stato necessario aprire di pomeriggio e/o in altri giorni della settimana per venire incontro alle esigenze dei pazienti e il nostro personale non s’è mai sottratto. In caso di documentata necessità e urgenza svolgiamo qualche visita a domicilio.

Quali servizi riuscite ad assicurare?

È necessario precisare che prestiamo solo visite di medicina specialistica o di base, ma non possiamo e non siamo attrezzati a svolgere alcuna prestazione chirurgica. In questi primi otto mesi di effettiva attività abbiamo eseguito circa 2.000 visite solidali. Le nostre specialità vanno dalla cardiologia all’ortopedia, dall’oculistica all’urologia, dalla diabetologia alla psichiatria/psicologia, dall’ematologia alla pediatria, dalla neurologia alla bronco-pneumologia, dall’otorinolaringoiatria alla senologia, dalla gastroenterologia alla dermatologia, dalla geriatria alla nutrizionistica. Abbiamo però anche alcuni specialisti esterni, quali oncologi, dentisti/odontoiatri, ginecologi o altri, che ci hanno comunicato la disponibilità di eseguire nei loro studi privati prestazioni gratuite a soggetti fragili che si rivolgano a noi e ai quali indichiamo la possibilità di scegliere tra tutti lo specialista di loro gradimento. 

Quali sono le esigenze che più di frequente verificate e quali di queste riuscite a soddisfare?

I soggetti fragili sono quelli di solito più a rischio e con situazioni medico-psichico-sociali più complesse e precarie. Noi cerchiamo di venir loro incontro guardando alla persona e alla complessità dei suoi problemi, per cui capita spesso che un soggetto, rivoltosi a noi per uno specifico aspetto clinico, abbia necessità di essere visitato da diversi specialisti. Per fortuna abbiamo tra il personale amministrativo anche soggetti con valida esperienza nell’indirizzare le scelte in fase di accettazione.

Non di rado con la rete di solidarietà che si è spontaneamente creata intorno alla nostra esperienza, fatta di farmacisti, ottici, aziende, associazioni e singole persone, riusciamo a contribuire anche nel reperimento di farmaci, occhiali da vista, integratori e quant’altro possa esser necessario ai nostri assistiti.

Avete prospettive di ampliamento? E con quali supporti?

Di recente Monsignor Parisi, Vescovo di Lamezia, ci ha chiesto informazioni sulla nostra organizzazione, perché sollecitato da Roma, dove intendono replicare l’esperienza. Certo, non nascondiamo la nostra soddisfazione per questa richiesta: significa che avevamo visto giusto, perché (purtroppo, come amiamo ripetere insieme a Monsignor Parisi) la nostra sanità pubblica non garantisce appieno e al meglio come dovrebbe i servizi socio-sanitari in modo efficiente, rapido ed uniforme. E quindi abbiamo la ferma volontà di continuare e migliorare la nostra attività fino a quando questo gap non sarà colmato e tutte le persone che si trovano nel nostro territorio non saranno trattate da uguali.

Quanto ad ampliarci, dipenderà dalla tenuta dei nostri soci e volontari, che so ferma e convinta, ma soprattutto dalla disponibilità di nuovi locali e dalla sensibilità delle pubbliche amministrazioni nel sostenere e collaborare ai nostri sforzi e al nostro impegno. La struttura che abbiamo varato non vive infatti solo con l’impegno lavorativo di soci e volontari, ma ha bisogno anche e necessariamente di materiali di consumo (igienizzanti, rotoli copri lettini, cotone idrofilo, guanti, ecc. ecc.), di assicurazione contro infortuni e responsabilità civile professionale, di toner e carta per stampanti e via dicendo, che hanno costi cui far obbligatoriamente fronte. Il costo di locali più ampi dovrebbe quindi essere uno dei pensieri di amministrazioni pubbliche che abbiano gli occhi rivolti al sociale.