L’iniziativa promossa da Anpi Bagno a Ripoli, Assopace Palestina, e Arci Antella per un incontro di discussione nella Giornata della Memoria fra nuovi e vecchi genocidi ha suscitato polemiche e l’attacco incrociato dell’Anpi provinciale, del console onorario israeliano Carrai e della comunità ebraica fiorentina, che hanno posto il veto all’iniziativa definendola inopportuna. Cosi il Circolo Arci dell’Antella a sud di Firenze, ha ritirato (è stato costretto a ritirare) la disponibilità della sala. Molte le note che criticano quanto avvenuto ed esprimono solidarietà all’Anpi di Bagno a Ripoli. Qui di seguito il comunicato stampa delle associazioni che hanno promosso l’evento e che ne ripropongono uno nuovo.

Con sconcerto e rammarico abbiamo preso atto della posizione della comunità ebraica, che giudica l’abbinamento proposto per la nostra iniziativa del 27 gennaio, Giornata della Memoria, dal titolo: “MAI PIU’: ottanta anni fa il genocidio di ebrei, Rom, Sinti, omosessuali, disabili, deportati militari e politici italiani da parte dello Stato nazista. Oggi il genocidio dei palestinesi da parte dello Stato di Israele”, come il tentativo di creare inesistenti parallelismi fra la tragedia dell’Olocausto e il genocidio in atto a Gaza e non solo, del popolo palestinese. Siamo sconcertati perché riteniamo che fare memoria degli orrori e dei crimini di ieri abbia fra i suoi scopi fondamentali evitare che i crimini si ripetano oggi e significhi imparare la lezione della storia perché questa non si ripeta, in modo magari diverso ma con la stessa atrocità.

Quel collegamento che la comunità ebraica non fa e che ritiene inopportuno e fuorviante non era ritenuto inopportuno dal nostro ex presidente Pertini, che il 31 dicembre 1982, tre mesi dopo Sabra e Chatila, si richiamava proprio alle sofferenze vissute dal popolo ebraico per indicare quelle palestinesi e additare le responsabilità israeliane nei fatti di allora.

Quel collegamento non è considerato inopportuno da Norman Filkenstein, docente ebreo i cui genitori hanno vissuto la tragedia dei campi di concentramento e che proprio pensando a questi eventi si spende per richiamare le responsabilità israeliane rispetto al tentativo di pulizia etnica in atto a Gaza.

E’ la relatrice speciale delle Nazioni Unite nei TPO Francesca Albanese ad affermare pubblicamente che ciò che sta succedendo a Gaza significa non aver compreso la lezione della Shoah.

Il collegamento fra orrori diversi, fra tragedie diverse, lo ha fatto il Sudafrica, Paese che ha vissuto l’apartheid e riconosce come tale la situazione che vivono i palestinesi non solo a Gaza, dove è in atto unvero e proprio genocidio, ma soprattutto in Cisgiordania e che proprio in questi giorni ha portato Israele di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia con l’accusa di genocidio. L’accusa e il materiale portato davanti al Tribunale dell’Aia hanno una solidità impressionante. E’ il motivo per cui tanti Paesi del Sud globale, dal Brasile alla Colombia, alla Namibia, alla Bolivia, ad altri trenta stanno sostenendo pubblicamente l’iniziativa sudafricana. Riteniamo francamente stupefacente il fatto che, nei giorni in cui mezzo mondo fa questi collegamenti, in cui un genocidio, che è 10 volte superiore a Sabra e Chatila per numero di vittime e 4 volte superiore a Srebrenica, è tuttora in atto, la comunità ebraica critichi la scelta di farlo dialogare con la memoria della Shoah.

Il nostro auspicio sincero, pur nella consapevolezza della sua difficile realizzazione, è che la comunità ebraica e i sostenitori senza riserve della politica israeliana riescano ad allargare il loro orizzonte di valutazione, alla stregua di tanti gruppi e associazioni ebraiche; ciò consentirebbe loro di entrare in dialogo con quel mondo che vuole rigettare l’orrore e l’ingiustizia di qualunque provenienza e che considera un abominio l’idea di utilizzare i crimini di ieri come paravento per i crimini di oggi. Un mondo costituito anche da tante voci ebraiche perfino all’interno della stessa Israele.

Nel frattempo ribadiamo con forza la nostra richiesta per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio di tutti gli ostaggi e per l’invio costante di aiuti umanitari.

Assopace Palestina

Associazione di Amicizia italo palestinese

Casa dei Diritti dei Popoli