Ritorneranno di nuovo in azione il 27 gennaio prossimo e non solo a Brescia per dire ‘No alla guerra’!_
Marina, Valeria, Aurora, Oriella, Donatella: le avevamo incontrate per una corale intervista il 6 novembre scorso, subito dopo quella marcia silenziosa e bellissima che il 4 novembre, Festa delle Forze Armate, le aveva viste protagoniste in quel di Brescia, per dire il più fermo e condiviso NO alla Guerra che da quasi un mese (era solo un mese!) infuriava a Gaza.
Iniziativa totalmente spontanea, partita con il classico tamtam tra amiche e presto dilagata tra le amiche delle amiche, e poi a un crescente numero di donne dei dintorni, grazie ai social.
E la mattina del 4 novembre, nonostante il divieto della questura, ecco a poco a poco riempirsi la Piazza della Loggia di Brescia (luogo quanto mai significativo) e poi mettersi in moto quel corteo che si ingrossava man mano che procedeva nel cammino. Da poche centinaia che erano alla partenza, si trovarono in più di mille dinnanzi alle reti della base militare di Ghedi, dopo ben 16 km di marcia nel più totale silenzio, niente insegne né slogan, tutte vestire di nero per esprimere il lutto per tutte quelle morti, tutte con uno straccetto bianco legato al braccio – per significare la miseria di una Pace ridotta a Brandelli, con la guerra che prima in Ucraina e poi a Gaza stava precipitando il mondo nella più inaudita brutalità e impunità.
Ne parlarono solo alcune testate locali, che però furono unanimi nel definirla ‘una cosa potente’. Come confermarono le organizzatrici in quell’intervista, era stata in effetti un’esperienza molto molto intensa, commovente per tutte le donne che avevano aderito all’appello, ciascuna in marcia con i propri pensieri, tutte comprese nella stessa consapevolezza d’impotenza, i loro Straccetti di Pace che alla fine erano andati a infiocchettare le reti intorno alla base di Ghedi. La risonanza di quella giornata fu tale che nei giorni seguenti Le Donne in Cammino per la Pace di Brescia vennero inondate di richieste da altri gruppi di donne, per possibili repliche.
E infatti solo un mese dopo, 8 dicembre, eccole di nuovo nella stessa Piazza della Loggia di Brescia, questa volta senza la marcia, solo per scambiarsi Pensieri di Pace a Brandelli: strisce di pezza bianca su cui ciascuna aveva scritto di quella cosa (la Pace appunto) che tutt* vorremmo più di ogni altra cosa, per cui anche da laici preghiamo ogni momento nei nostri cuori, mentre diventa sempre più impensabile e lontana ogni giorno che passa.
Ed ecco annunciato per il 27 gennaio prossimo questa Terza Azione per la più corale, condivisa e speriamo efficace richiesta di CESSATE IL FUOCO, perché questa volta l’iniziativa non si limiterà alla sola Brescia e all’appello hanno già risposto gruppi di donne di ben 70 Comuni nel circondario, oltre alle tante altre realtà (per esempio anche Milano) che proprio in queste ore le organizzatrici stanno cercando di mappare in un’unica info-grafica da diffondere e via via aggiornare.
Sarà di nuovo una cosa silenziosa perché (citiamo dal Comunicato Stampa) “il SILENZIO ci interroga e mette in pausa il frastuono delle guerre consumate sui corpi dei più fragili”.
Di nuovo sarà protagonista “lo STRACCIO BIANCO, simbolo ereditato dalle proteste contro la guerra e, nella sua semplicità, segno di pace”, oltre all’ABITO NERO “simbolo del lutto, non più passivo e privato, delle donne impegnate nel potente rifiuto delle logiche di morte.”
Saranno soprattutto protagoniste le donne con i loro corpi: in piccoli gruppi, come minimo bisognerà essere in 14, come le lettere che compongono la frase CESSATE IL FUOCO!
E saranno protagoniste anche le istituzioni, le amministrazioni comunali che acconsentiranno a questo visibile Appello di Pace, dinnanzi alle loro sedi, nelle loro piazze e territori.
“Le Donne in Cammino per la Pace– prosegue il comunicato – hanno raccolto il testimone di due associazioni pacifiste e femministe: WomenWagePeace di Israele e Women of the Sun di Palestina. (…) Non utilizziamo loghi identitari, simboli e bandiere che rappresentano appartenenze politiche, religiose, sindacali o associative perché ciascuna di noi si esprime singolarmente in comunanza con tutte. (…) La nostra semplice proposta è che sabato 27 gennaio, alle ore 15, le donne si organizzino in gruppi di minimo 14 (pari alle lettere che compongono il messaggio CESSATE IL FUOCO) e si posizionino dinnanzi ai loro Comuni: in Silenzio, Vestite di Nero e con uno Straccio di Pace al Braccio.”