Si è svolta ieri, in diretta mondiale, la prima seduta della Corte Internazionale di Giustizia. È stata la giornata del Sudafrica che ha spiegato con diversi interventi le ragioni dell’accusa di genocidio a Israele. Sono state citate soprattutto le dichiarazioni di ministri, deputati e militari israeliani che definiscono i palestinesi come “animali subumani” (Galant, Ministro della Guerra), gli inviti a usare la bomba atomica su Gaza, le dichiarazioni per la deportazione e la sostituzione etnica fatte da altri due ministri, oltre alle dichiarazioni di funzionari dell’ONU sulla situazione drammatica e il blocco degli aiuti umanitari per far morire la popolazione di sete e fame, le distruzioni e la cacciata della stragrande maggioranza verso campi di fortuna. “Ci sono l’intenzione e l’azione per compiere il genocidio”, ha detto uno degli avvocati sudafricani in un’intervista. Oggi tocca alla difesa di Israele.
La prima giornata ha irritato molto il premier israeliano Netanyahu, infastidito e preoccupato, perché per Israele è finito il tempo dell’impunità; per la prima volta non ha potuto utilizzare l’arma spuntata dell’accusa di antisemitismo, perché la Corte Internazionale di Giustizia è il risultato di un consenso internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale per impedire il ripetersi dei genocidi compiuti dai nazifascisti. Netanyahu ha comunque accusato il Sud Africa di ipocrisia e di essere il portavoce di Hamas.
Anche il Cile ha deciso di rivolgersi alla Corte Penale Internazionale per chiedere un’indagine sull’aggressione del governo di Israele nella Striscia di Gaza.
L’annuncio è stato fatto dall’ambasciatrice cilena presso l’Onu, Paula Narváez che, dopo aver parlato con il presidente Gabriel Boric e con il Ministro degli Esteri Alberto van Klaveren ha messo al corrente della decisione l’Assemblea Generale.